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Le donne e il loro cervello straordinario e unico, intervista al professor Guido Brunetti

“La realtà biologica femminile- afferma in questa intervista il professor Guido Brunetti, docente in più Università, umanista-scienziato e scrittore- è caratterizzata da una rivoluzione scientifica destinata a trasformare la società, in forza delle doti cerebrali uniche e straordinarie delle donne, della loro ricca emotività, della capacità di interpretare gli stati d’animo altrui e di accudire al prossimo”.

L’8 marzo ricorre la Giornata internazionale dei diritti della donna, una data che intende sottolineare sia la violenza, i pregiudizi e le discriminazioni subiti dalle donne sia le loro conquiste sociali, economiche e politiche. Dall’analisi del nostro autore emerge un contributo culturale e scientifico a tutto campo, che spazia dall’antichità all’arte dal cinema alla psicoanalisi  alle neuroscienze.

Dalla ricerca, quale immagine di donna affiora?

“Le tante anime della donna, la sua grande complessità biologica,  mentale, emotiva ed affettiva. Una struttura del cervello in perpetuo cambiamento e difficile da prevedere. La sua spiccata qualità empatica, in grado di ‘leggere’ gli stati mentali soggettivi di altre persone. Una creatura immersa in quel ‘Tutto sta eterno, come scrive Goethe, davanti allo sguardo di Dio’. Un mondo invero ancora sconosciuto e misterioso. Finora, soltanto le scoperte delle neuroscienze, dopo le controverse teorie di Fred e della psicoanalisi, ci stanno fornendo nuove conoscenze sulla struttura e sul funzionamento dei comportamenti e del cervello femminile”.

La donna nel tempo…

“Nelle diverse culture e società, la figura della donna è stata variamente considerata. Un’esistenza caratterizzata da esclusione, stereotipi e da uno stato di inferiorità sia sul piano biologico che mentale. Emerge l’immagine di un essere privo di rilievo, oggetto, schiavo, regine, eroina. Un suo ritratto più omogeneo viene fornito da alcuni scrittori cristiani. Sono vergini, spose, madri, vedove, educatrici. Un dono generoso per l’umanità. Una presenza preziosa”.

“A partire dai poemi omerici, la donna è sottoposta al potere maschile, anche se svolge una funzione di pacificazione ed equilibrio. Nella Bibbia, presenta un’immagine subalterna: ‘Sarai sotto la potestà del marito ed egli dominerà su di te’ (Genesi).

Nella civiltà greca, la sua capacità giuridica è praticamente nulla, anche se Socrate e Platone sostengono la parità educativa fra uomini e donne. Nella società etrusca gode di grande considerazione. Rispetto a quella greca, a Roma la donna dispone di maggiore libertà e ha il dominio della casa. La parola donna infatti deriva dal latino domina, che significa padrona. Con il Cristianesimo e il Medioevo, la sua figura assume una connotazione più spirituale”.

Qual è il suo ruolo in letteratura e nelle arti?

“ La donna è la profonda ispiratrice in quasi tutte le arti. Pensiamo alla donna stilnovista, angelicata, esaltata come un essere sublimato, con qualità interiori e principi morali. Il Romanticismo esalta la figura femminile, mentre nel Novecento, i poeti assistono alla battaglia per i pari diritti femminili fino ad arrivare all’emancipazione giuridica.

Volti, sguardi, espressioni scandiscono e descrivono l’universo femminile, attraverso la magia della pittura, che scopre il fascino e l’armonia della donna. Sono gli autori greci a fornirci i canoni estetici e filosofici della donna. Appare un modello  concepito nella sua dimensione spirituale e sacrale e nel suo essere pensante, nei suoi sogni e nella sua dimensione onirica e inconscia”.

E nel cinema?

“Avvertiamo una chiara evoluzione del personaggio femminile. All’inizio, mogli, amanti, madri. Una donna seduttiva e compiacente. Storie di maternità e femminilità, di abusi sessuali e di prepotenza fino alla tragedia dell’uccisione. Talora, compare una donna che sa guardare più lontano degli uomini”.

Qual è il contributo della psicoanalisi?

“Gli autori analizzano il mondo oscuro, inconscio, profondo e misterioso della figura femminile. Un mondo quasi insondabile. Appaiono tipi di femminilità, come la donna oblativa, masochista e narcisista. I tratti che emergono sono legati alla sfera dell’emotività, fantasia, sessualità, irrazionalità”.

La donna nelle neuroscienze. 

“Questa nuova disciplina apre un nuovo, fecondo capitolo nella comprensione del cervello femminile e dei suoi comportamenti, offrendo un contributo scientifico di grande rilievo e superando obsolete teorie, credenze e pregiudizi.

L’idea della presunta superiorità degli uomini è stata definitivamente superata. Evidenze scientifiche mostrano che l’intelligenza non è prevalente in uno  o nell’altro sesso. Sono diversi i profili. Gli individui sono per l’appunto individui, diversi l’uno dall’altro.

Tecniche di brain imaging  hanno documentato una grande varietà di differenze genetiche, ormonali e funzionali del cervello di donne e uomini. I talenti cognitivi, emozionali ed affettivi delle donne spingono  verso l’affermazione di un nuovo ruolo professionale e sociale. Un ruolo che sarà determinante per il nostro futuro.

Il cervello di uomini e donne è diverso fin dalla nascita, quando il cervello femminile appare più maturo di quello maschile e si sviluppa più  rapidamente con un anticipo di circa due anni. Il cervello femminile poi è programmato geneticamente per l’empatia, la comunicazione e per una maggiore abilità verbale. Un’altra recente, straordinaria scoperta è che il cervello della donna possiede più neuroni specchio, fatto che le permette di interpretare i segnali verbali e non verbali dei più nascosti sentimenti delle altre persone, di capire ciò che gli altri fanno, pensano e provano. Le capacità mentali della donna e dell’uomo, per i neuro scienziati, sono quindi le stesse. Hanno cioè uguali possibilità”.

Professor Brunetti, come concludere?

Siamo ancora all’inizio di un lungo e affascinante percorso che si annuncia carico di notevoli prospettive nella comprensione dei meccanismi cerebrali e dei sistemi neurali dell’essere umano.

Sul piano etico, viviamo una profonda crisi circa il rispetto della dignità e della personalità della donna. C’è un grande vuoto, un’assenza di norme e principi condivisi. C’è il prevalere, come scrive George Bernanos, di arroganza, maleducazione, aggressività. Occorre- ha affermato un grande e raffinato filosofo e teologo, Papa Benedetto XVI, “l’ educazione al rispetto”. Si tratta di avviare un processo educativo, culturale e morale a partire dall’infanzia con il contributo di famiglie, scuola e società. Purtroppo i genitori stanno scomparendo e la scuola è in profonda crisi e confusione anche a causa di mancanza di sicure teorie scientifiche e con norme e principi pedagogici che mutano continuamente e sono fortemente contraddittori”.

“Alla base di tutto c’è poi l’eterna lotta tra il cervello rettiliano, la struttura più antica del cervello, apparsa circa 500 milioni di anni fa e il neocervello, che rappresenta la parte più nobile del corpo umano. Di qui, la presenza di due principi nell’ esistenza umana: bene e male, odio, invidia e amore, malvagità e bontà, egoismo e altruismo. Finora, il neocervello non è ancora riuscito a sconfiggere il cervello rettiliano, una pulsione distruttiva e autodistruttiva”. Obiettivo delle  neuroscienze e dell’umanità è quello di incrementare lo sviluppo del neocervello e ridurre in tal modo l’influenza devastante del cervello del rettile. Confidiamo pertanto nello straordinario progresso delle nuove neuroscienze”.

    Anna Gabriele

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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