Nuova visita ispettiva alla Esplodenti Sabino da parte degli artificieri. Una ispezione che rientra nell’elenco dei controlli necessari alla Commissione provinciale per la sicurezza per stabilire se opportuno o meno ridare al titolare della polveriera la licenza sospesa il 24 dicembre 2020. Oltre ai rappresentanti dell’azienda, dovrebbero essere presenti anche i rappresentanti sindacali.
Questa dovrebbe essere l’ultima ispezione. Ed è quello che si augurano le 80 famiglie il cui futuro dipende dalla ripartenza dell’azienda. Nel giro di qualche giorno comunque arriveranno sia la risposta del gip del Tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale chiamato a decidere sul dissequestro degli uffici amministrativi, che la risposta del tribunale del Riesame sul secondo sequestro cautelativo di natura ambientale.
Due i vincoli che “bloccano” la Esplodenti Sabino: uno è di natura probatoria ed è stato disposto dal procuratore Giampiero Di Florio e l’altro è di natura ambientale ed è stato deciso dal giudice Fabrizio Pasquale. L’accusa in questo caso è di “avere stoccato, in assenza di titoli autorizzativi, rifiuti pericolosi e non pericolosi, posti sul terreno all’interno di cisternette in più aree dello stabilimento, in assenza di idoneo bacino di contenimento atto ad impedire eventuali sversamenti in danno del sottosuolo”.
Al tribunale del Riesame gli avvocati Franco Barbetti e Arnaldo Tascione hanno ricordato che la materia riguardante gli esplosivi, gli inertizzatori e i residuati bellici è regolata dal testo unico della legge di pubblica sicurezza e non dal testo unico sull’ambiente, invocando quindi il dissequestro.
Sulla vicenda della Esplodenti sabino sono intervenuti politici e sindacalisti e unanime è la richiesta di garantire il lavoro a persone che non hanno alcuna colpa con quello che è successo. C’è però anche la denuncia degli ambientalisti ed in particolare del Forum H2o che puntano il dito contro i responsabili della polveriera.
Paola Calvano
