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Olivieri: “Quelle luci disorientano le tartarughine”

L’Abruzzo, ed in particolare la costa vastese, hanno tutte le caratteristiche per ospitare la deposizione di uova di tartarughe marine, ma bisogna fare attenzione all’inquinamento luminoso”. Vincenzo Olivieri, presidente del Centro Studi Cetacei, lancia l’allarme sulla presenza di lampioni e punti luce che potrebbero disorientare le piccole testuggini, come è successo sulla spiaggia di Specchiarica a San Pietro in Bevagna (Taranto) dove 32 tartarughine appena nate sono state schiacciate dalle auto in transito. A trarre in inganno i piccoli esemplari sono state probabilmente le luci dei lampioni che li ha distratti facendo perdere loro l’orientamento.

L’argomento è di strettissima attualità dal momento che nella riserva “Marina di Vasto”, con annesso sito di interesse comunitario (Sic) l’amministrazione comunale si accinge ad installare 52 pali della luce alti 4 metri lungo la pista ciclabile, al posto dei discreti e meno impattanti lampioncini di 90 centimetri vandalizzati subito dopo l’inaugurazione.

A nulla sono valse finora le allarmate richieste di alcune associazioni ambientaliste che hanno invitato l’esecutivo cittadino a soprassedere proprio in virtù delle conseguenze che l’inquinamento luminoso potrebbe avere sulla fauna presente in quel prezioso habitat tutelato da leggi nazionali e comunitarie. Sulla questione è stata anche presentata una interrogazione alla Commissione Europea dall’eurodeputata Daniela Aiuto del gruppo EFDD.

“La costa abruzzese, ed in particolare, quella vastese ha tutte le caratteristiche per ospitare la deposizione di uova di tartarughe marine, una specie in fortissima riduzione numerica, quindi da salvaguardare”, osserva il dottor Olivieri, “pali della luce alti quattro metri rappresentano una fonte di inquinamento luminoso: le tartarughine appena nate vengono attratte dalla luce dei lampioni e se non ci sono volontari pronti a indirizzarle verso il mare corrono il rischio di finire schiacciate. Cerchiamo di evitare gli errori fatti in passato”, conclude l’esperto, le cui raccomandazioni fanno il paio con quelle delle associazioni cittadine.

Per i sodalizi locali quello che è successo sulla spiaggia di Specchiarica deve indurre a preservare quei luoghi che per storia e rilevanza ambientale confermano la loro importanza naturalistica.

Anna Bontempo (Il Centro)

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1 Comment

  1. Stefano Taglioli

    Altro tassello che demolisce una illuminazione da lungomare e non da Riserva Naturale. Speriamo che si capisca la cosa prima che sia troppo tardi…
    Si consideri che Vasto Marina è un potenziale sito di nidificazione e che una tartaruga ha deposto le uova a Pineto nel 2013 mentre per Punta Penna c’è una testimonianza storica del 1966. Inoltre la spiaggia pugliese di cuivsivfa cenno nell’articolo é molto simile alla Riserva Marina di Vasto. Ergo….

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