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Vasto, l’ex asilo Carlo della Penna in un vergognoso abbandono

Un edificio bello, armonioso, fornito di tutti i servizi igienici. All’interno saloni capienti, luminosi che, negli anni passati, ha ospitato circa duecento bambini, ma anche manifestazioni culturali di spessore. Parliamo dell’edificio ex-asilo Carlo Della Penna che l’Amministrazione comunale di Vasto “conserva” in un totale abbandono, in un degrado vergognoso. Tra le persone maggiormente impegnate a denunciare questo stato di incuria anche nel tentativo di “salvare” la struttura, vi è Giuseppe Catania, presidente dell’Assostampa vastese. Dice Catania: “Quello del Comune di Vasto è senza dubbio alcuno un atteggiamento di colpevole disinteresse. Il Comune è tenuto a mantenere e curare non soltanto l’agibilità dell’edificio, ma anche e soprattutto  a rispettare la volontà del donatore”

Signor Catania quanti sono gli immobili ceduti al Comune di Vasto?

Sono due. Vi è l’edificio dei Baroni Genova-Rulli (Via Anelli) ceduti al Comune in permuta con quelli della Curia Vescovile che l’Ente pubblico si è impegnato a ristrutturare per poi destinarlo a finalità socio-culturali. L’altro  è quello dell’asilo Carlo della Penna (Via Madonna dell’Asilo) da anni in  assoluto abbandono e destinato, per incuria, trascuratezza, disinteresse, alla distruzione se non si interviene subito per scongiurarne il crollo definitivo. Per adesso intendo occuparmi di quest’ultimo edificio. Anche perché la cruda realtà ce ne offre una desolante visione, sopraffatto com’è dalla vegetazione selvaggia che lo avvolge, e senza che, nonostante i ripetuti appelli rivolti dagli eredi di Carlo Della Penna, il Comune abbia fatto qualcosa per destinarlo ad attività culturali nel rispetto della volontà del donatore. Intanto, ripetutamente, dei vandali effettuano scorrerie devastando gli arredi e le stanze.

Può darci qualche notizia sull’edificio?

Si tratta di una costruzione realizzata nel 1955 con una architettura moderna e armoniosa, costata circa cinquanta milioni di lire, progettata dall’ing. Luciano Tosone. Tutte le spese furono sostenute da Carlo Della Penna. Dotato di strutture igieniche e assistenziali tipiche dell’epoca per gli istituti di categoria, con una capacità ricettiva di duecento bambini, dagli ampi saloni per assicurare serenità e gioia ai bambini, nel rispetto del desiderio del donatore. Dice ancora Giuseppe Catania: Nella parte frontale dell’edificio è incastonato un grandioso pannello opera dello scultore Ennio Manfrini che raffigura l’allegoria del “Trionfo del Lavoro”. Nelle sale e nelle quinte del teatro il pittore vastese Vincenzo Canci vi ha eseguito grandiosi affreschi. L’edificio venne consegnato nel 1958 da Carlo Della Penna per testimoniare, come egli ebbe a dire, la propria gratitudine alla Patria, da emigrato all’estero dove, dopo umili lavori, con tenacia, riuscì a creare una fiorente cartiera e a provvedere sempre a mantenere il suo asilo d’infanzia, fino alla sua morte avvenuta nell’anno 1971. Le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale di Buenos Aires in Argentina. L’edificio, insieme alla casa del custode, venne preso in carico dall’Amministrazione comunale di Vasto. L’asilo funzionò, educando migliaia di bambini affidati alle cure delle suore Figlie della Croce. In seguito il complesso venne destinato a Scuola Superiore Universitaria di Interpretariato. Oggi, come già detto, il complesso è nel totale abbandono, avvolto da erbacce che stanno provocando danni irreparabili all’edificio stesso. Tutto ciò tra il disinteresse dell’Amministrazione comunale, sorda a ogni sollecitazione. Va ricordato – conclude Giuseppe Catania – che, ad iniziativa di un Comitato di Arte e Cultura presieduto dall’avv. Antonio Fanghella, su finanziamenti di Carlo Della Penna, vennero organizzati momenti culturali di grande importanza. Ricordiamo il Premio Nazionale Carlo Della Penna da cui prese avvio l’attuale Premio Vasto di Pittura contemporanea. E poi: i pomeriggi culturali con la partecipazione di noti professionisti locali, e numerosi convegni. Un passato glorioso cancellato dalla colpevole incuria di una amministrazione comunale che non si decide a consegnare l’immobile agli eredi di Carlo Della Penna, intenzionati a ridere vita a vicende culturali di spessore, nel rispetto della volontà del donatore.

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