“Chiedo alla magistratura, ma anche ai componenti della Commissione provinciale per la sicurezza da cui dipende il ripristino della licenza sospesa il 24 dicembre, di accelerare i tempi“. Ad intervenire sulla vicenda della Sabino Esplodenti, l’azienda che il 22 dicembre scorso è stata teatro di una violenta esplosione costata la vita a Carlo Spinelli di 54 anni di Casalbordino, Paolo Pepe di 45 anni di Pollutri e Nicola Colameo, 45 anni di Guilmi, è il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci dopo la nota delle organizzazioni sindacali di Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL, ed R.S.U. aziendali, diramata dopo l’incontro con il titolare dell’azienda, Gianluca Salvatore e i dirigenti Tiberio Giustiniano e Stefano Stivaletta.
“Ottanta lavoratori devono sapere se potranno o meno tornare a lavorare. Qualora non fosse possibile”, prosegue Marinucci “i lavoratori andrebbero ricollocati. Un passaggio non affatto semplice in un periodo di crisi economica e pandemica. Per questo è importante sbloccare la situazione”.
La Sabino Esplodenti potrebbe infatti chiudere per sempre lasciando a casa 80 lavoratori. I sindacati hanno sollecitato i vertici aziendali il pagamento degli emolumenti mensili ai dipendenti. I responsabili della polveriera hanno dichiarato di avere risorse limitate e di non escludere una possibile chiusura del sito produttivo. Una doccia fredda dunque per le 80 famiglie.
“L’azienda” spiegano Emilio Di Cola, Massimiliano Recinella e Arnaldo Schioppa “ha confermato di essersi messa a totale disposizione degli inquirenti affinché, nel più breve tempo possibile, si giunga alla chiusura delle indagini. Come organizzazioni sindacali abbiamo sollecitato la Esplodenti Sabino a farsi carico delle retribuzioni dei dipendenti che sono attualmente in cassa integrazione guadagni ordinaria. I referenti aziendali, hanno ribadito l’attuale difficoltà finanziaria conseguente al totale blocco produttivo dell’azienda. Per questo hanno garantito solo il pagamento della mensilità di gennaio. Fatto ancora più preoccupante , non hanno escluso la chiusura del sito produttivo”.
I sindacati non nascondono di essere molto preoccupati e lanciano un appello alla Procura di Vasto. “Auspichiamo che la Procura della Repubblica di Vasto, faccia tutto il possibile affinché, compatibilmente con le necessità istruttorie, si portino a compimento le indagini in tempi celeri. L’auspicio è che si possa trovare una soluzione che permetta la ripresa, anche parziale, dell’attività lavorativa per proteggere e garantire i livelli occupazionali e scongiurare la ventilata chiusura aziendale”.
Paola Calvano