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Furti nelle case, l’Abruzzo è al terzo posto in Italia

In Italia in media ogni giorno più di 500 appartamenti vengono svaligiati dai ladri e l’Abruzzo è al terzo posto tra le regioni in cui il fenomeno è più insistente. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sugli ultimi dati Istat relativi alla sicurezza e al crimine in Italia.

L’estate con la settimana di Ferragosto quando le città si svuotano è un periodo a rischio e per proteggere le abitazioni ci si affida a diverse soluzioni, dalle porte blindate alle inferriate, dai vetri anti sfondamento agli impianti di allarme collegati alle forze dell’ordine fino ai servizi di vigilanza privata che, nel mondo delle cooperative, hanno registrato un balzo dell’11% nel quinquennio.

Nella top ten delle regioni più colpite, secondo il Bes 2017 dell’Istat, troviamo al primo posto per incidenza l’Emilia Romagna con 30 furti ogni mille famiglie, seguita dalla Lombardia con 20,7 e terze a “pari merito” Toscana e Abruzzo con 19,8. Poco sotto c’è il Piemonte con 19,6 seguito da Marche con 19,4, Abruzzo con 18, Veneto con 17,3 Liguria con 16,8 e Puglia con 16,3 colpi ogni mille abitazioni.

La paura di subire un furto in casa,  nonostante i colpi siano in diminuzione,  riguarda il 60% degli italiani a fronte di oltre un milione di razzie fra il 2012 e il 2016. “Avere la casa svaligiata dai ladri – conclude Uecoop – è fra le esperienze più traumatiche che si possano vivere e rischia di azzerare l’effetto benefico della vacanza, mentre quasi mai si arriva a individuare i responsabili e a recuperare un bottino che ha spesso più un valore personale che economico”.

L’orario più a rischio è fra le 18 e le 21, seguito dalla fascia tra le 9 e il 12 del mattino e da quella tra le 15 e le 18 secondo una ricerca Transcrime. In un paese come l’Italia dove ci sono 13,5 milioni di persone sopra i 65 anni di cui 2,5 milioni non autosufficienti, la gestione della terza età e delle sue necessità diventa un punto strategico del welfare nazionale al quale danno un contributo fondamentale, sia nelle residenze per anziani che con l’assistenza domiciliare, le cooperative sociali che in Italia sono oltre dodicimila e occupano poco meno di 300mila lavoratori. (abruzzolive)

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