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Erosione, il sindaco va in Regione

Settimana decisiva, la prossima, per risolvere i problemi dell’erosione della costa a Casalbordino. Martedì il sindaco Filippo Marinucci avrà un incontro in Regione per stabilire quando e come saranno effettuati i lavori di ripascimento.

L’intervento finanziato dalla Regione
con un importo di circa 500.000 euro dovrebbe rendere il litorale casalese meno vulnerabile alle mareggiate.

Nel frattempo il Comune di Casalbordino ha deciso di fare delle verifiche per controllare lo stato della barriera soffusa che era stata sistemata lo scorso anno. Il sindaco ha nominato un tecnico che dovrà accertare se la barriera è ancora integra. Per l’accertamento tecnico sono stati stanziati 100mila euro.

Cercheremo comunque di farci trovare pronti per l’inizio della stagione turistica 2018″ ha detto il sindaco. “Martedì mi aspetto di uscire dall’incontro a Pescara soddisfatto“.

I problemi del litorale di Casalbordino si trascinano da anni. Nei giorni scorsi il Wwf aveva diffuso una nota piuttosto critica con i costosi interventi di ripascimento.

Il Wwf non conosce perfettamente la situazione . Sono pronto a parlare con loro e a spiegare come stanno realmente le cose”, dice il sindaco Marinucci.

Anche Legambiente però invoca progetti non invasivi e meno dispendiosi. “ A Casalbordino, le spiagge si assottigliano di mareggiata in mareggiata”, annota Legambiente. “Le stesse infrastrutture costiere esistenti restano esposte all’aggressione marina, mentre le opere di difesa, poste a protezione degli arenili in erosione, quando non sono nulle, rischiano di accelerare ed aggravare i processi erosivi in spiagge adiacenti e di alterare in modo significativo la morfologia, l’ecosistema ed il paesaggio delle coste”.

Luzio Nelli, responsabile del settore consumo del suolo di Legambiente Abruzzo stigmatizza le barriere artificiali come linea di difesa con opere rigide che non risolvono il problema anzi accelerano processi erosivi. “Nella comunità scientifica internazionale e italiana“, ha ricordato Nelli, “è universalmente accettato che questo tipo di soluzioni progettuali, sono causa di problemi ambientali, di sicurezza per la balneazione e non risolvono il problema”.

Paola Calvano (Il Centro)

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