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“Ecco come conciliare lo sviluppo con la tutela ambientale”

Il delicato momento economico e sociale cittadino ed il costante declino della nostra città, rende necessario accelerare, a Vasto, il lancio di azioni di pianificazione che abbiano, possibilmente, a risolvere le incomprensioni e la mancanza di scelte.

Si è, negli ultimi anni, ingenerato il falso convincimento che non sia possibile far collimare le universali esigenze di salvaguardia ambientale degli ambienti fragili e pregevoli con la necessità di ottenere un rilancio concreto della economia che utilizzi, al meglio, il territorio già urbanizzato e gli evidenti punti di forza, per canalizzare gli investimenti privati e per creare i posti di lavoro di cui abbiamo bisogno per il futuro.

“Il Nuovo Faro” di Vasto ha studiato attentamente il fenomeno, codificandolo a livello universitario, ed è pronto ad illustrare la propria proposta offrendola al Consiglio Comunale di Vasto ed alla Città intera.

Lo strumento di pianificazione individuato è quello della trasformazione di tutto il territorio Nord, a cavallo della S.S. 16, in una Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (A.P.E.A.), che specializzi le funzioni territoriali, risolva le interferenze, recuperi i manufatti esistenti recuperabili e valorizzi tutto quello che c’è da valorizzare sotto il profilo ambientale ed archeologico e riducendo le incongruenze.

Il progetto evidenzia le proposte principali di dettaglio, illustrate nel seguito:

  • Potenziamento del porto di Vasto con allungamento della diga foranea, allargamento della banchina di riva, creazione di un binario sul molo, riduzione delle interferenze sulla movimentazione nello specchio acqueo dovute al diporto, risoluzione delle problematiche veicolari riscontrabili sugli accessi ed i transiti, creazione di un magazzino doganale e sviluppo delle attività portoserventi.
  • Valorizzazione ed organizzazione della spiaggia di Punta Penna, da dotare dei servizi necessari alle esigenze del flusso turistico che la caratterizza in estate e da dotare di un diverso percorso di ingresso e di spazi di stazionamento organizzato, lasciando gli attuali varchi solo per le esigenze della emergenza.
  • Valorizzazione del sistema dunale, delle altre spiagge e della intera riserva di Punta Aderci, che devono diventare un fenomeno economico di rilievo, nell’ambito del futuro Parco della Costa Teatina, rimuovendo gestioni deficitarie ed affidate solo alla contribuzione pubblica, per sostituirle con una impostazione a valenza fortemente economica e produttiva .
  • Rigenerazione urbana degli opifici produttivi dismesssi o in via di dismissione, che devono essere recuperati autorizzando il cambio di destinazione di uso dei manufatti, verso le attività del terziario avanzato, del commercio di media distribuzione, dello sport e dei servizi  al turismo, soprattutto per la zona a cavallo della S.S. 16.
  • Realizzazione sinergica di un incubatore di impresa per la riduzione dei costi di produzione delle imprese e per la qualificazione dei prodotti del territorio, orientato all’automotive ed alla agricoltura specializzata di nicchia.
  • Delocalizzazione degli edifici esistenti a ridosso del Faro con spostamento degli insediamenti e con completamento infrastrutturale del quartiere “Pagliarelli”; riconversione a parco archeologico a valenza ambientale e con orti urbani, del pianoro circostante la Chiesa.
  • Miglioramento della infrastrutturazione complessiva del territorio interessato con il trasloco del tracciato viario della statale 16, con la individuazione di un tracciato non confliggente della pista ciclabile csd “ Via Verde”, con l’ammodernamento della viabilità esistente, delle reti fognanti e di servizio, del depuratore comunale, delle isole ecologiche.

Il percorso dovrà essere realizzato con l’inserimento di queste iniziative, all’interno della istituenda perimetrazione della Zona Economica Speciale, andando a riempire quel quadro di proposta – che ad oggi nessuno ha evidenziato – senza il quale la ZES non esiste e che potrà stimolare gli investimenti e recuperare economia.

Su queste idee, se ogni intervenuto avrà la forza di rinunciare ai preconcetti ed ai veti di parte o di ideologia, sarà possibile mettere in ordine il disastrato territorio produttivo vastese, trovare un punto di incontro tra imprenditori, associazioni e portatori di interesse economico ambientale, e tracciare un percorso che – a parere de “Il Nuovo Faro” – potrebbe attivare molti milioni di euro di investimenti – con il concorso dei privati – e creare, in 10 anni, almeno 250 posti di lavoro.

Il nostro desiderio è iniziare questa esplorazione.

“Il Nuovo Faro”

Ing. Edmondo Laudazi

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