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Ex stazioni, le Ferrovie chiedono quattro milioni

E’ stata avviata, ieri a Roma, la procedura per l’acquisto delle ex stazioni ferroviarie da parte di Regione e Comuni. Ci sarà da lavorare soprattutto sul prezzo. Rete Ferroviaria Italiana, infatti, stima il valore degli immobili in quattro milioni di euro, cifra che gli enti pubblici abruzzesi non intendono sborsare per intero. Soprattutto perché, con il passare degli anni e la manutenzione praticamente assente, le stazioni dell’ex tracciato costiero sono ridotte a ruderi.

Il patrimonio in ballo è costituito da 30 immobili tra ex stazioni, alloggi, magazzini e case cantoniere, per un totale di circa ottomila metri quadrati di superficie utilizzabile per realizzare bar, punti di ristoro o informativi, ricoveri per biciclette e aree culturali.

All’incontro romano, nella sede Rfi in piazza Della Croce Rossa, con l’amministratore delegato della società, Maurizio Gentile, e il direttore della Direzione centrale finanza, controllo e patrimonio Luigi Lenci, hanno partecipato il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e una delegazione composta dai sindaci di Fossacesia Enrico Di Giuseppantonio, Casalbordino Filippo Marinucci, Torino di Sangro Silvana Priori, dal vice sindaco di Vasto Paola Cianci e, per la Provincia di Chieti , il responsabile dell’ufficio Via Verde l’architetto Valerio Ursini.

Nel febbraio 2015 i Comuni acquistarono le aree (ex binari e pertinenze) al prezzo di 2,9 milioni di euro e firmarono un protocollo d’intesa con Rfi per l’utilizzo in comodato d’uso gratuito delle ex stazioni, della durata di cinque anni (scade nel 2020). In base a questo accordo i Comuni possono esercitare il diritto di prelazione sulle ex stazioni, finora mai utilizzate -se non per adibire i piazzali a parchegi a pagamento- per via del loro precario stato.

All’ad di Rfi Comuni e Regioni hanno chiesto di cedere questi immobili a un prezzo contenuto. “Per noi non valgono più di 2,5-3 milioni”, hanno ribadito a Gentile i sindaci. Ad acquistarli sarebbe la Regione -D’Alfonso ha confermato la sua disponibilità, trovando fondi nel Masterplan magari- che poi li cederebbe ai comuni (quelli direttamete interessati sono Vasto, Torino di Sangro, Fossacesia e San Vito).

“Se non viene completata con i servizi utili ai 40 chilometri di percorso la Via Verde sarà un progetto monco”, sottolinea il primo cittadino di Fossacesia Enrico Di Filippantonio, “e questi servizi girano intorno alle es stazioni e agli altri immobili che, una volta trasformati in punti di accoglienza, informativi e di ristoro, potranno dare anche nuova occupazione nei nostri territori”.

Stefania Sorge (Il Centro)

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