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Con Ettore Rosato si è chiusa la quattro giorni della Festa nazionale de L’Unità sulla comunicazione

Con un tavolo parlamentare si è chiusa ieri sera la Festa nazionale de L’Unità sulla comunicazione, quattro giorni spalmati tra Vasto e Termoli in cui il Partito Democratico ha inteso affrontare le tematiche della politica e di come vengono trasmesse ai cittadini. Se ad inaugurare l’evento era stato il ministro Marianna Madia, a chiuderlo ci ha pensato il capogruppo a Montecitorio Ettore Rosato, per una kermesse importante della quale, però, non possiamo sottolineare l’assenza di Gianni Riotta e Sergio Zavoli, oltreché del governatore Luciano D’Alfonso nell’assemblea generale del partito.

Nel corso dei vari incontri sono stati molti i temi affrontati a partire dall’uso dei social networks e della loro influenza sulla vita quotidiana, fino alla riforma della RAI che si appresta a una profonda revisione che partirà dalla nascita della newsroom, ovvero una sola redazione con un solo direttore e la profonda riduzione delle posizioni di vertice. Inoltre, il nuovo direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, già Ad di MTV e dg di La7, dovrà traghettare Mamma RAI nelle sfide del XXI secolo quali l’adeguamento alle nuove piattaforme ed al nuovo modo di usare e concepire la TV, da quella on demand, alla riacquisizione di spazi importanti come i programmi sportivi. Non ultima la revisione delle mansioni dei giornalisti (ben 1300) assunti nell’organico monstre dell’azienda di corso Mazzini che dovranno supportare e sopportare anche una attività social media management oriented e di informazione h24.

Una parte fondamentale dei dibattiti è stata naturalmente dedicata all’uso dei social networks non trascurando la questione tutela della privacy e del trattamento dei dati personali in genere. Spazio anche a temi troppo spesso sottovalutati come lo storytelling, ovvero la capacità di raccontare storie mediante un giusto mix di testi, immagini e suoni che siano capaci di attirare l’attenzione degli utenti suscitando emozioni.

Tanti i nomi sfilati nel salottino della sala Colonna di Palazzo d’Avalos, prima dell’approdo nella Pinacoteca ieri sera per l’arrivo di Ettore Rosato. E così come aveva fatto la Madia all’inizio della Festa, ieri sera, affiancato dai colleghi di Montecitorio Maria Amato, Alessia Riotta, Vittoria D’Incecco e Gianluca Fusilli, il capogruppo del Pd a Montecitorio ha parlato molto anche di politica. A cominciare dalle riforme fatte “magari perfettibili, ma le abbiamo fatte” citando quella della scuola, del lavoro, della giustizia e via discorrendo evidenziando come sia difficile arrivare a comunicare quanto si sta facendo ai cittadini: “talora licenziamo due o tre leggi al giorno, magari anche impopolari e che invece sono molto importanti”. “La differenza tra questo e gli altri governi – ha evidenziato – è che prima se non si trovava un accordo un provvedimento veniva riposto in un cassetto, ora ci si confronta e se non si trova un accordo comunque si va avanti e si approva”.

Non potevano mancare i riferimenti a Matteo Renzi definito il vero motore del Governo e, su sollecitazione del primo cittadino vastese Luciano Lapenna (presente nella Pinacoteca con gran parte della Giunta comunale), sull’abolizione della Tasi sulla prima casa. “Noi la abrogheremo una volta per tutte – ha detto Rosato – e i Comuni riceveranno dallo Stato quanto verrà loro tolto da questo provvedimento con una rimodulazione dei trasferimenti”.

Detto ciò qualcosa sulla festa bisogna dirla. Coordinata dal segretario cittadino del Pd, Antonio Del Casale, ha visto la presenza costante di quello regionale, Marco Rapino, e quello provinciale, Chiara Zappalorto. Qualche pecca organizzativa c’è sicuramente stata, anche perché è stata preparata in soli 10 giorni. Da stigmatizzare le assenze già citate così come una sorta di freddezza dei democrat locali spesso assenti. Se le tematiche in calendario erano davvero interessanti non sempre lo sono stati gli interventi talora troppo virati verso la politica vera e propria piuttosto che sulla comunicazione, che, forse avrebbe meritato più case analysis che divagazioni sul jobs act, la riforma della scuola o il confronto sulla riorganizzazione del partito che qualcuno vuole ancora piramidale e qualcun altro orizzontale. Interessanti certo, ma, per usare un linguaggio tanto vicino ai social, off topic.

Ci teniamo, invece, lontani dalle polemiche sulla localizzazione dell’evento, i costi e la contemporaneità con la Festa patronale, querelles che lasciamo volentieri alla politica.

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