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Autoporto di San Salvo, per D’Alfonso non è strategico e va venduto

Nei giorni scorsi il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, aveva inviato un a lettera al presidente Luciano D’Alfonso per chiedere nuovi investimenti sull’autoporto sansalvese, costato ben 33 milioni di euro in 30 anni di lavori, ultimato solo in parte e mai inaugurato.

La Magnacca invitava la Regione ad assumere “l’onere di decisioni importanti e coraggiose per definire il futuro dell’autoporto che così com’è lasciato sembra destinato solo a diventare una cattedrale nel deserto” ribadendo come “l’Autoporto di San Salvo è collocato in una posizione strategica, al centro dei tre grandi agglomerati della Val di Sangro, Vasto e Termoli, dove sono localizzate le più grandi industrie sull’asse Adriatica con infrastrutture di collegamento come l’autostrada A14, la Statale 16 Adriatica, la Statale 650 Fondovalle Trigno, la linea ferroviaria e il porto di Vasto”

Una visione evidentemente non condivisa dal governo regionale tant’è che ieri sera, nel confronto con la Cna, proprio D’Alfonso ha parlato dell’ipotesi che gli autoporti abbandonati da anni a se stessi possano finire in mani private.
Certo si è parlato dei temi al centro del dibattito del mondo delle piccole imprese: pressione fiscale, credito alle imprese, sostegno all’artigianato, lotta alla burocrazia, questioni dalle quali D’Alfonso, accompagnato dal neo-segretario regionale del Partito democratico Marco Rapino, non si è tirato indietro, ma il capitolo forse più importante riservato dal dibattito sollecitato dal presidente e dal direttore regionale della Cna, Italo Lupo e Graziano Di Costanzo, alle novità in materia di infrastrutture.

In particolare, dall’incontro sono emersi gli impegni per gli investimenti su Alta velocità ferroviaria, porti e aeroporti, e, soprattutto, per quella che è stata definita “una vera e propria mappa degli insediamenti “strategici”.

“Un profilo, questo – ha detto D’Alfonso – cui risponde certamente l’Interporto di Manoppello, ma non i quattro autoporti (Roseto, Castellalto, San San Salvo, Avezzano) realizzati da anni, mai aperti, condannati a un progressivo degrado e oggetto di una lunga battaglia della Cna abruzzese, che ha pure denunciato il caso alla Corte dei Conti. In assenza di possibili impieghi legati allo sviluppo dell’intermodalità, potrebbero così essere messi sul mercato, nel caso in cui aziende private manifestassero un concreto interesse al loro utilizzo o di loro singole parti”.

Dunque, sembra ormai segnato il destino di quella struttura che è stato oggetto anche di un servizio ad hoc di Striscia la notizia inerente lo spreco di denaro pubblico.
Comunque, tornando all’incontro di ieri, “il presidente della Regione ha promesso di rivedere l’entità dei diversi balzelli aggiuntivi, imposti dalla Regione, che gravano sul mondo dell’autotrasporto abruzzese (come nel caso del bollo auto), rendendolo meno competitivo nei confronti della concorrenza di altre regioni”.

Inoltre, in tema di credito, il Governatore ha annunciato la sua intenzione, d’intesa con l’assessorato alle Attività produttive – ma solo dopo un’attenta ricognizione dei fondi non spesi – di mettere a disposizione del mondo delle imprese la somma recuperata: “Ma dovrà trattarsi – ha chiosato – di una cifra fortemente significativa, penso intorno ai 50 milioni di euro”. Ancora, il presidente della Regione, ha annunciato la sua lotta senza quartiere alle lentezze della burocrazia regionale: “Ma si tratta – ha ammonito – di una macchina che negli anni è stata abbandonata al suo destino”.

D'Alfonso e Lupo

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