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Allestita la prima gabbia per la cattura dei cinghiali, obiettivo: calo drastico in 3 anni

Parte, anche se con qualche settimana di ritardo rispetto al limite temporale inizialmente stabilito (25 marzo), il piano per la cattura dei cinghiali nelle aree protette. Venerdì mattina Comune, Asl, cooperativa Cogecstre e la ditta incaricata hanno effettuato un sopralluogo nella riserva Marina di Vasto, per stabilire il punto esatto dove posizionare la gabbia messa a disposizione dalla coop di Penne che si occupa della gestione dell’area protetta.

Erano presenti l’assessore all’ambiente Gabriele Barisano, il direttore del dipartimento di prevenzione della Asl, Giuseppe Torzi, la referente della Cogecstre, Alessia Felizzi, l’architetto Gisella La Palombara, il biologo Fabio De Marinis (che ha redatto il piano triennale di monitoraggio e controllo), il consigliere comunale di maggioranza Nicola Di Stefano e il rappresentante della ditta incaricata per il prelievo degli ungulati.

“Stiamo procedendo”, commenta l’assessore Barisano, “abbiamo concordato il punto dove installare la gabbia per la quale la Asl rilascerà un codice identificativo. Stiamo facendo tutto  a regola d’arte per far coincidere la cattura con il prelievo dei cinghiali da parte della ditta incaricata. Il tutto deve avvenire nel giro di poche ore”.

I cinghiali catturati durante le operazioni di controllo saranno trasferiti nei centri di sosta o raccolta e successivamente nei centri di lavorazione autorizzati.

Barisano ammette che, rispetto ai numeri contenuti nel piano triennale predisposto da De Marinis, si registra ad oggi una diminuzione degli ungulati, circostanza che era stata fatta presente nelle scorse settimane dal professor Andrea Mazzatenta. Il docente universitario, intervistato dal Centro, aveva parlato di una “diminuzione della popolazione di cinghiali per effetto dei lupi”, facendo riferimento in particolare alla riserva di Punta Aderci, aggiungendo che “mancano i presupposti per intervenire”, oltre a mettere in guardia sulla dannosità delle gabbie per gli animali.

Il piano triennale redatto dal biologo De Marinis aveva  censito 276 unità, di cui 41 a Marina di Vasto e 235 a Punta Aderci.  Insomma, tesi contrapposte per un problema che ha spinto l’amministrazione comunale a pianificare un intervento che, nel giro di tre anni, dovrebbe portare ad una brusca diminuzione di esemplari presenti nelle aree protette. Il documento ha ottenuto, lo scorso mese di dicembre, il parere favorevole del comitato di coordinamento regionale Via (valutazione di impatto ambientale) che ha preteso una serie di rassicurazioni anche in ordine alla tempistica, in modo tale da evitare i periodi e gli orari di maggior frequentazione.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

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