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L’allarme di Gratteri: “Così la ‘ngrangheta fa affari con la guerra”

I giardini di Palazzo D’Avalos non sono riusciti a contenere ieri sera il fiume di cittadini e turisti che ha accolto, Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro e prolifico autore di testi denuncia. Ieri Gratteri ha presentato il suo ultimo libro “Fuori dai confini” una finestra sul mondo della ‘ndragheta e il dilagare delle mafie nel mondo.

Dopo i saluti del sindaco Francesco Menna e il dono dell’assessore alla cultura Nicola Della Gatta di un quadro di Filippo Stivaletta, Gratteri ha risposto alle domande del giornalista Gianni Quagliarella.

“Per la ‘ndrangheta una guerra è una sono opportunità di business. L’ho capito dopo il conflitto in Bosnia. Allora i bosniaci seppellivano i propri morti con le armi. Molte di quelle armi sono state rivendute a prezzi bassi in Puglia. Ora c’è il conflitto in Ucraina, ed è una tavola imbandita dove non manca nulla: armi, edilizia, traffico di esseri umani, mercato nero e fondi europei. Perchè non si è pensato a costruire un gps per la tracciabilità delle armi? Per la ‘ndrangheta è una opportunità. Pur conservando la propria base in Calabria, la ʼndrangheta ha ormai ben poco della mafia rurale d’un tempo: è sempre più globale, più connessa, più ramificata. È attiva in gran parte delle regioni del Nord Italia e dei paesi europei, poi in Africa, America, Australia, e guarda con interesse all’Asia. La ‘ndrangheta è presbite. Il suo sguardo non ha confini”.

Nel suo libro Gratteri, insieme a Antonio Nicaso svela i territori in cui la presenza della ʼndrangheta è più forte. ” Solo il 9% della cocaina venduta in Europa viene pagata in Sud America. Il resto resta in Europa. Investire in Europa è più redditizio ed è più facile mimetizzare la ricchezza. In Europa non c’è consapevolezza della presenza delle mafie ed è difficile fare indagini. Non c’è una polizia giudiziaria di alto livello come in Italia”.

Nicola Gratteri ha poi indugiato sull’abbassamento morale e la facilità di corruzione. “C’è un abbassamento morale ed etico per colpa dell’ingordigia. Si è perso il senso del rigore”.

Prima di salutare il pubblico Gratteri ha parlato dell’immigrazione e dell’Africa e a proposito di informazione ed editoria non ha lesinato critiche alla legge Cartabia. E ancora. “La stampa non sta bene perchè spesso chi ha la proprietà di un giornale non è innamorato del giornale, ma lo fa per business”.

Poi il saluto. “Ciò che deve passare è che l’uomo onesto non è un fesso. Bisogna resistere e vivere senza dimenticare i valori”. Unico argomento non trattato la riforma della giustizia. “Non ne parlo. Non posso”.

Vasto ha salutato Gratteri con il dono di una maglietta con su scritto “1 100 1000 Gratteri” donata dagli agenti penitenziari.

Paola Calvano

foto di Costanzo D’Angelo

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