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Superbonus 110%, in Abruzzo 10mila gli interventi ammessi dall’Enea

Sono 9.583 le asseverazioni dell’Enea in Abruzzo per l’utilizzo del Superbonus 110% in edilizia. Lo certifica l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile nel suo ultimo rilevamento pubblicato oggi sul sito internet.

La mole imponente di interventi su condomini, edifici unifamiliari ed altre tipologie di fabbricati (come le villette), ha generato una massa enorme di investimenti ammessi a detrazione: una cifra che sfiora i due miliardi di euro (1.975.411.448,69 per l’esattezza), con 1.342.374.338,09 di euro ammessi a detrazione per lavori conclusi, ovvero il 67% del totale. Quanto a investimenti, la media è di 644mila euro per i condomini, 112mila per gli edifici unifamiliari e 97mila per le “unità immobiliari funzionalmente indipendenti” (categoria in cui rientrano altri edifici).

«Se mai ce ne fosse stato bisogno – esordisce il responsabile regionale di CNA Costruzioni, Silvio Calicesiamo di fronte all’ennesima conferma del successo che la misura ha ottenuto in Abruzzo: un territorio con problematiche di salvaguardia e messa in sicurezza del patrimonio abitativo superiori alla media. Il Superbonus ha rivitalizzato il mondo delle imprese di costruzioni, con aumenti consistenti degli occupati dopo anni di crisi: il nostro sistema di imprese è fresco di accordo con le parti sociali per il rinnovo dei contratti del settore, scelta fatta per dare una ulteriore spinta qualitativa al settore. Ed è per questo che continuiamo a sostenere a livello nazionale una battaglia con Governo e Parlamento per impedire che un colpo di spugna finisca con il cancellare tutto: se ci sono problematicità occorre intervenire su quelle, sennò si finisce per gettare il bambino con l’acqua sporca, danneggiando le imprese. A patire sono sono soprattutto le piccole e micro, che guardano anche alla riforma del sistema degli appalti pubblici, per introdurre modifiche che ne facilitino l’accesso».

Per questo, ricorda Calice, «Cna Costruzioni si batte «innanzi tutto per ottenere una proroga della misura: la fine del 2023 impedisce di fatto di portare a termine tutta questa mole di interventi».

Poi, per fare chiarezza tra le tante confusioni normative: «Abbiamo visto ben 11 modifiche apportate in corso d’opera, generando gravi problemi per la cessione dei crediti con le banche: un blocco che, unito all’aumento dei prezzi delle materie prime, alla ripresa dell’inflazione, al caro energia che coinvolge tutti i settori produttivi, alla difficoltà a reperire manodopera soprattutto qualificata, rischia di generare una saturazione della capacità produttiva delle imprese. Per questo, nelle audizioni parlamentari, abbiamo presentato un dossier con le nostre proposte di dettaglio, proprio per rimuovere i principali ostacoli: in particolare, se ci sembra giusto intervenire sulle prime case, ci pare invece ingiusto fissare a 15mila euro il reddito di riferimento, limite peraltro complesso da gestire».

Tornando ai dati, infine, a fare la parte del leone nelle certificazioni del Superbonus sono stati gli edifici unifamiliari, con 5.772 asseverazioni (60,2%), seguiti dalle villette (2.068; 21,6%) e dai condomini (1743; 18,2%).

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