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…il medico che non c’è

L’emergenza Covid sembra aver accelerato, dunque, quel processo irreversibile di depotenziamento della struttura del San Pio di Vasto, sempre smentito dall’Asl  Chieti Lanciano Vasto e dalla Regione, che purtroppo ora è una realtà sotto gli occhi di tutti almeno per quel che concerne l’organico sanitario di alcuni reparti.

Invece è tutt’altro, un medico del reparto oculistico   che opera anche in libera professione,  se la prende  con leggerezza. Questo pomeriggio, aveva il primo appuntamento alle 14,30, il secondo alle 15.00 e il terzo alle 15,30. I pazienti che aspettavano fuori dell’ambulatorio oculistico, dopo circa 45 min. di attesa si sono  preoccupati, tra di loro anche una signora anziana forse disabile in quanto accompagnata dalla figlia. Nell’attesa sono passati diversi operatori sanitari   a cui è stato posto la domanda se avevano notizie, nessuno sapeva di questo medico oculista.

Qualcuno è andato al Cup, per avere chiarimenti, gli impiegati  gentilissimi, si sono adoperati per avere notizie, dopo tante telefonate nulla, il medico sembra svanito nel nulla. Soluzione proposta dai piani alti, purtroppo è stato un nuovo appuntamento o il rimborso. I pazienti stanno perdendo pazienza, medici come questo signore, non devono avere  sospensioni  ma  sottrazioni allo stipendio  con l’aggravante di aver arrecato disagio e mancata visita a pazienti che avevano bisogno, ci vuole equità… visto che se sbaglia il paziente deve pagare. In molti si augurano che la Direzione prenda provvedimenti.

L’immagine che ne emerge, rende più chiaro perché quello italiano non è un Servizio sanitario nazionale   per i propri cittadini. Quanto segue non è il caso di questo medico che raggira i pazienti.

Purtroppo la carenza di personale, che è destinata a peggiorare se non si pone un freno alla fuga; i turni di lavoro massacranti, per cui è ormai normale lavorare per più di 50 ore a settimana, fare 7-8 notti al mese e non andare in ferie per anni; le 2.500 aggressioni e i 35 mila contenziosi che si registrano in sanità ogni anno, ritenuti inevitabili effetti collaterali della professione; il taglio delle strutture complesse e semplici, che impedisce all’84% dei medici di fare carriera; il continuo task shifting e la creazione di nuove figure gestionali a scapito dei medici; il controllo sempre più opprimente dalle Direzioni.

Il tutto con stipendi che sono tra i più bassi d’Europa, falcidiati per anni da tagli indiscriminati ai fondi contrattuali, e con il 98% delle Aziende che continua ad applicare il contratto collettivo di lavoro 2006-2009: in molti ospedali le trattative decentrate del CCNL 2016-2018 non sono nemmeno iniziate, e per il rinnovo del contratto 2019-2021 si attende ancora l’atto di indirizzo da parte delle Regioni. Questo il risultato di 30 anni di tagli alla sanità ,  la Pandemia purtroppo  non ha fatto cambiare rotta.

Enzo Dossi

 

 

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