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Antonio Felice (Partito Comunista): “Il biometano distruggerà il territorio. Urge un’ampia mobilitazione”

Da qualche giorno è stata depositata in Regione Abruzzo, da parte della Stamnos Mobility, una S.r.l. di Viterbo, un progetto per la realizzazione di un impianto di Biometano a Monteodorisio.

È necessario però fare prima qualche considerazione su cosa è un impianto di Biometano, al di fuori di quella che è la narrazione mediatica, che la dipinge come la panacea per la risoluzione dei problemi energetici acuitisi soprattutto dopo la sciagurata scelta del Governo Draghi di appoggio incondizionato al Governo filonazista ucraino.

Lo stesso Governo Draghi nel PNRR fa una scelta strategica puntando quasi interamente alla produzione del Biometano (1,5 Miliardi per la riconversione a “Biometano” del 70% degli ottocento vecchi impianti di Biogas e 2,2 Miliardi per la costruzione di nuovi impianti per la produzione di “Biometano”).

In sostanza il loro ragionamento si basa sull’assunto che l’economia circolare è rappresentata dal passaggio dai combustibili fossili al Biometano e a questa “riconversione” assegna ingenti risorse, affermando che “Il Biometano è strategico per la decarbonizzazione e l’economia circolare, massimizzando l’energia di recupero da scarti biologici agricoli e agroindustriali” per “sostituire i combustibili fossili con il biogas”.

È necessario ricordare che il Biometano ha la stessa struttura chimica di quello di origine fossile, e che questo gas deve essere combusto per essere utilizzato. Ne consegue che si rischia di ritardare la transizione ecologica e di mettere seriamente a rischio la possibilità per l’Italia di accedere ai fondi del NextGenerationUE, la cui erogazione dovrà rimanere coerente ai principi stabiliti e a quanto previsto nelle direttive europee sull’economia circolare.

Inoltre, un impianto di biogas necessita di circa 400 ettari di terreno per coltivare mais e sorgo come “materia prima” e con la crisi alimentare, aggravata dalla guerra in Ucraina, sottrarre ettari di SAU (superficie agricola utilizzabile) alle coltivazioni per l’alimentazione sia umana che zootecnica è criminale.

Inoltre, il cosiddetto “digestato”, ovvero la parte di residuo che si crea dopo il processo anaerobico contiene metalli pesanti e composti azotati che se riversati nei terreni agricoli andrebbe a causare ingenti danni alle coltivazioni e ai corsi d’acqua.

È altresì importante rilevare che a fronte degli spropositati incentivi governativi per questi impianti, la produzione è alquanto bassa e sarebbero in perdita se non incentivati. Questo è forse anche il motivo che ha spinto una S.r.l. con un fatturato irrilevante (24.200 € nel 2020 e con un utile in perdita di oltre 1.300 €) a presentare questo progetto.

Noi comunisti non possiamo accettare ulteriori svendite di qualità della vita dei nostri cittadini, dell’aria che respiriamo, delle nostre eccellenze agricole e dell’ambiente. La zona individuata per la costruzione di questo impianto è già stata troppo penalizzata con installazioni critiche come la TURBOGAS e il CIVETA che sta installando un impianto simile a quello proposto.

Già oggi in quella zona, soprattutto a Valle Cena sede del CIVETA, la qualità dell’aria e delle falde acquifere è compromessa per la scelta scellerata degli amministratori locali di cedere ai privati l’impianto di riciclaggio e di conseguenza non controllando cosa si butta in discarica, e gli incendi che costantemente ci sono denotano un uso improprio della stessa.

L’attuale situazione richiede il massimo rigore e la massima adesione alla lotta per scongiurare un ulteriore peggioramento delle condizioni ambientali, climatiche e di salute.

Invitiamo, pertanto, tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione di tutti i comuni che inevitabilmente risentiranno di questa scelta particolarmente impattante per la nostra zona (Monteodorisio, Vasto, Cupello, Scerni, Pollutri ecc.), tutte le associazioni civiche e ambientaliste a riflettere attentamente e a mobilitarsi per opporsi a questo ulteriore obbrobrio e scempio del nostro territorio.

Invitiamo i medici, i giovani e tutti i cittadini a cui preme la tutela della salute pubblica e dell’ambiente ad avviare un dibattito pubblico sulle azioni che condizioneranno il futuro di tutti, per contrastare scelte che avranno ricadute sull’ambiente e la salute.

Partito Comunista

Il Responsabile Nazionale “Ambiente”

(Antonio Felice)

 

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