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Laudazi: “La fine della gestione ambientale senza speranza”

Gli sciagurati eventi di questa estate con i ripetuti incendi delle riserve naturali abruzzesi dimostrano – se ce ne fosse ancora bisogno – quanto improvvida ed improvvisata sia la gestione del patrimonio ambientale fragile del nostro territorio.

Tante Amministrazioni Comunali hanno, infatti, spesso rinunciato al proprio ruolo di programmatori dello sviluppo ed hanno affidato questa delicatissima materia, alla attività delle associazioni ambientaliste che , al di la della buona fede e della indubbia capacità di segnalazione e di controllo , hanno dimostrato sia di avere scarse capacità di gestione e sia di tollerare persino delle comportamentalità che contrastano con l’utilizzo proprio del patrimonio vincolato , spesso aggredito dall’assalto incontrollato dei visitatori al pascolo .

Migliaia di euro sono stati investiti, ogni anno nei ultimi decenni, senza avere un ritorno economico e addirittura, giustificando comportamentalità che hanno messo e mettono a rischio non solo la consistenza degli ambienti fragili , ma persino la incolumità fisica dei cittadini e dei visitatori , assoggettati a situazioni di pericolo intollerabili . Soprattutto nel vastese , mai un parcheggio organizzato, una area camper adeguata , un bagno efficiente, dei servizi funzionanti, delle tratte rompifuoco , una rete antincendio efficace, delle vie di fuga segnalate.

Quasi sempre disordine e confusione, sotto la luce accecante del bello che la natura ci ha dato e che l’uomo non sa valorizzare; molti indizi fanno,però, una prova.

Gli spaventosi incendi della ultima settimana , tra cui quello che ha quasi azzerato il patrimonio irripetibile della Pineta D’Annunziana di Pescara, evidenziano purtroppo che alcuni eventi sono dolosi, ma sicuramente che molti sono stati colposi. Con una colpa grave – gravissima e provata – che va oggettivamente attribuita anche ai gestori delle aree protette ed agli Amministratori Comunali .

La impostazione politica delle scelte in materia ambientale, ha in realtà privilegiato, nel tempo, la mera rinaturalizzazione di luoghi pregiati ma li ha lasciati abbandonati e senza alcuna manutenzione . Persino il servizio antincendio naturale,affidato ai pastori transumanti ed alle loro pecore , che tenevano bassa la vegetazione ed evitavano il facile innesco di fuoco delle sterpaglie secche è stato sovente osteggiato, sostituendo – quasi senza accorgersene – le greggi, ritenute non compatibili con la salvaguardia degli ambienti protetti, con i branchi di cinghiali , con i lupi e con gli altri animali selvatici di importazione , creando solo le condizioni per tutelare la rendita di posizione individuale delle Associazioni e non dell’ambiente .

Non va bene . Non può andare bene . Tra le fiamme abruzzesi è bruciata una impostazione ambientalista retrograda, senza speranzae e che non ha futuro . Bisogna invertire la rotta . I prati belli e la meravigliosa flora della falesia abruzzese, per fortuna , rinasceranno più rigogliosi di prima . Abbandoni , però, la scena chi ha operato male e si commissarino i gestori delle Riserve Regionali , riportando direttamente a Regione e Comuni la competenza in materia programmazione e di salvaguardia delle aree protette.

Il Nuovo Faro
Dott. ing. Edmondo Laudazi

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