Tutto fermo alla Esplodenti Sabino di Casalbordino dove il 21 dicembre dopo un’esplosione persero la vita tre operai: Carlo Spinelli, 54anni di Casalbordino, Paolo Pepe, 45 anni, di Pollutri e Nicola Colameo, 45 anni, di Guilmi.
Impossibile la riapertura parziale e ora al dramma delle famiglie delle vittime si unisce quello di altri 80 dipendenti che da più di un mese non lavorano nè sanno se e quando potranno tornare a lavorare nella fabbrica di Casalbordino.
Il giorno della vigilia di Natale è arrivata la sospensione della licenza d’esercizio disposta dalla prefettura di Chieti per Gianluca Salvatore, titolare della polveriera, notificata anche ai dirigenti Tiberio Giustiniano e Stefano Stivaletta. E senza licenza è impossibile riprendere a lavorare.
“Confidiamo in un’imminente riunione della Commissione provinciale per la sicurezza” spiegano gli avvocati. “La riunione è fondamentale. La Commissione deciderà cosa fare in merito alla sospensione della licenza, un passaggio importantissimo. L’azienda da lavoro a ottanta persone e altrettante famiglie sono in attesa di conoscere il loro futuro”, rimarca Arnaldo Tascione.
Per qualche mese i lavoratori dovrebbero usufruire della cassa integrazione straordinaria anche se non è chiaro se il trattamento straordinario vale e per quanto tempo in caso di fermo per inchiesta e incidente.
Sulla vicenda sono in corso le indagini della Procura di Vasto e le ipotesi di reato sono di omicidio colposo, disastro e danno colposo con l’iscrizione sul registro degli indagati di tre vertici della Esplodenti Sabino e l’iscrizione della società per illeciti amministrativi dipendenti da reato.
Le indagini in corso sono condotte dai carabinieri di Ortona e dal Ris di Roma e puntano a ricostruire la catena del lavoro e a individuare eventuali responsabilità. I familiari delle vittime e chiedono che venga fatta la massima chiarezza sull’incidente e tutti i dipendenti invocano chiarezza anche sul futuro.
Paola Calvano