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Vasto, la costa crollata è un deposito di rifiuti

Una parte importante della falesia è crollata e la voragine che si è creata, segnalata da un cartello e dal nastro arancione, oltre a raccogliere le acque bianche della zona industriale è diventata ricettacolo di ogni genere di rifiuti. Succede a Punta Penna, a pochi metri dalla riserva naturale di Punta Aderci, lungo uno dei tanti vialoni dell’agglomerato.

Sono decenni che si discute della difficile convivenza tra l’area protetta – le cui spiagge sono tra le più gettonate e decantate dalle riviste spiacializzate – e gli insedimenti produttivi e questa situazione testimonia, caso mai ce ne fosse bisogno, la complessità di tale convivenza che periodicamente torna alla ribalta e che solo con una ocultata pianificazione territoriale potrebbe essere risolta.

A nulla sono servite finora segnalazioni e diffide di un imprenditorie locale che, nella sua qualità di proprietario dei terreni interessati allo smottamento, ha invitato l’Arap Abruzzo e il Comune di Vasto ad intervenire per rinmuovere la situazione di pericolo. Delle condizioni in cui versa il costone sono stati messi a conoscenza anche la Regione, i vigili del fuoco, la prefettura, la Provincia e l’Arta (Agenzia regionale per l’ambiente).

Oltre a chiedere il ripristino dello stato dei luoghi e la bonifica delle discariche abusive che si sono create a causa delle voragini, sono stati sollecitati anche interventi finalizzati alla tutela ambientale.

Quella parte di falesia crollata è ben visibile percorrendo uno dei tanti vialoni della zona industriale, dove transitano quotidianamente centinaia di camion diretti alle aziende dell’agglomerato.

La profonda voagine sull’asse viario oltre a rappresentare un rischio, più che concreto, di pericolo per la pubblica inclumità, ha generato un vero e proprio danno ambientale. Come se ciò non bastasse, all’interno della profonda buca, vengono ripetutamente versati, dai soliti incivili, rifiuti di ogni tipo creando delle discariche abusive a cielo aperto.

Questi rifiuti, molti dei quali considerati “speciali”, si riversano, a caduta, sul costone della spiaggia di Punta Penna e cioè su uno dei più tutelati sistemi ambientali regionali ricompresi nella riserva naturale di Punta Aderci.

Nonostante le segnalazioni effettuate nel corso degli anni e reiterate nei mesi scorsi, nulla è stato fatto finora di concreto per porre rimedio a tale emergenza. Anzi, ad ogni pioggia continua il danneggiamento morfologico del costone anche a causa delle acque che provengono dai piazziali dove viene depositato materiale ferroso arrugginito, con la contaminazione dei terreni di proprietà di un imprenditore, ma anche della falesia.

Anna Bontempo (Il Centro)

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