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Edicola e diffusione dei giornali: le trasformazioni in atto con l’avvento del digitale

Si sente spesso parlare di crisi dei giornali e soprattutto delle edicole, con allarmanti notizie sulla chiusura dei chioschi in Italia e sul declino del mondo dell’informazione cartacea. Si tratta di problematiche alle quali si lega, in generale, il più ampio problema dell’appiattimento culturale di un Paese, l’Italia, che da tempo si posiziona negli ultimi gradino per quanto riguarda l’indice di lettura in Europa. Se da un punto di vista la crisi dell’editoria e dei giornali appare innegabile, è pur vero che, come storicamente avviene spesso, una crisi è il simbolo della trasformazione di alcuni fenomeni che piuttosto che morire si adeguano a tempi nuovi. È così anche per il mondo dell’informazione: andiamo allora a presentare un quadro generale della situazione in Italia per chiarire in che modo il settore si sta trasformando e quali sono le prospettive per il futuro.

La crisi delle edicole tradizionali

L’emorragia delle chiusure delle edicole fisiche appare un fenomeno lento ma costante. In Italia, i chioschi che vendono giornali sono un quarto rispetto a 15 anni fa, quando le edicole erano circa 40.000 ed erano edicole “pure”, che si occupavano cioè della vendita esclusiva di giornali e riviste (fonte: Il Post). Ad oggi, i dati dello Snag (Sindacato nazionale autonomo giornalai) ci dicono che sono meno di 12.000. Contestualmente, sono in atto diversi tentativi per arginare le chiusure. Il più evidente riguarda la diversificazione dei prodotti venduti nei chioschi, una tendenza che, sebbene esista da sempre, negli ultimi anni si è fatta sempre più significativa. Oggi nelle edicole si trovano giornali, libri, cibi e bevande, giochi per bambini, gratta e vinci, biglietti dei mezzi pubblici, souvenir, oppure i chioschi attraggono clienti grazie all’offerta di servizi molto gettonati come il ritiro o la spedizione di pacchi. Da qualche anno, ormai, agli edicolanti è concesso di vendere prodotti alimentari confezionati e diverse regioni hanno varato regolamenti per consentire la distribuzione di particolari prodotti nei chioschi. Emblematico è l’esempio di Quotidiana, catena di chioschi fondata nel 2020 da Edoardo Scarpellini, attrezzate per vendere una notevole varietà di prodotti oltre ai giornali: prodotti alimentari, bevande, vini, articoli per l’igiene personale e molto altro.

Le edicole “miste”

Le edicole, però, non sono soltanto i chioschi. Nel corso degli anni, diversi esercizi commerciali sono diventati un canale privilegiato per la vendita di giornali, pensiamo ad esempio ai supermercati. In Italia ci sono oltre 25.000 punti vendita di riviste e periodici, di cui solo la metà sono “puri”, il resto sono le cosiddette edicole miste, ossia luoghi come bar, cartolerie e tabaccherie. Sembra sempre più evidente che la vendita esclusiva dei giornali non è remunerativa come un tempo, e agglomerare diversi servizi appare la soluzione più evidente per contrastare la crisi di editoria e giornali.

Soluzioni e strategie

Negli ultimi anni, in varie occasioni gli edicolanti hanno chiesto a gran voce interventi strutturali per arginare il problema. Nel caso delle edicole, servirebbero sgravi fiscali, revisione delle licenze, adeguamento delle norme ai tempi. Un segnale è arrivato con il provvedimento del bonus edicole, una misura di sostegno che ha previsto un contributo una tantum fino a 2.000 euro per le edicole. Al di là dei singoli provvedimenti, appare evidente la necessità di individuare delle soluzioni a livello strutturale, in primis un aumento degli agi sul costo dei giornali (attualmente all’edicolante è concesso il 18,7%), ma anche finanziamenti agevolati o a fondo perduto per rendere le edicole più moderne e ottenere sconti sui prodotti extra giornali.

In generale, tuttavia, per non lasciarsi trascinare dalla crisi, le edicole devono necessariamente investire in nuove fonti di guadagno, in una graduale riconversione del settore dove l’offerta editoriale può e deve comunque avere uno spazio rilevante, ma trasformata in risposta al mutamento che stiamo vivendo. In questo spazio si inseriscono le edicole digitali.

Le edicole digitali

Per individuare soluzioni idonee a contrastare la crisi dell’editoria, occorre uscire dall’ottica secondo la quale l’informazione e la lettura su carta siano qualcosa di necessariamente antitetico rispetto ai corrispettivi digitali. In un mondo dove si va sempre più veloce, anche il reperimento delle informazioni ha subito dei cambiamenti e il fatto di poter accedere al mondo di giornali e riviste in maniera rapida e immediata grazie al digitale può rappresentare un incentivo importante alla diffusione di giornali. Le edicole che hanno accolto la trasformazione digitale stanno vivendo un momento positivo, anche perché stanno cogliendo nuove opportunità derivanti dalla vendita di servizi online correlati, come eBook e audiolibri, tutti nuovi canali attraverso i quali la lettura e l’informazione continuano a trovare spazio. Un’edicola online può essere uno shop vero e proprio, dove attraverso un abbonamento è possibile consultare i giornali in modalità shop online, offrendo agli utilizzatori l’accesso in simultanea ai titoli d’interesse senza l’ingombro del cartaceo. Ormai tutti gli editori più importanti dispongono di una versione online e le edicole digitali che offrono agli utenti gli abbonamenti d’interesse su un’unica piattaforma possono incoraggiare lettori e aziende a continuare a interfacciarsi con il mondo dell’informazione, grazie alla rimozione dei problemi di tempistiche, ingombro (e anche di spreco ambientale) del mezzo cartaceo.


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