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Lo spettro incombente delle frane e del dissesto idrogeologico a Vasto

Finalmente! Sulla stampa locale, si leva la voce disperata di Peppino Forte assessore vastese. Prende coscienza che la città vive la paura di nuove frane e nuovi pericoli di dissesto e fa un elenco preciso dei punti critici. Non solo; ma lancia un accorato e disperato appello alle Istituzioni sovraordinate non tralasciando di stimolare i due deputati del territorio vastese Gianluca Castaldi e la signora Grippa, affinchè si muovano verso il loro ministro dell’Ambiente per aiutare questa nostra città.

A detta di Forte ci sarebbero delle somme cospicue di oltre un milione e mezzo di euro, già stanziati, per iniziare a intervenire con opere pubbliche, onde poter arrestare quello che sembra essere il maggior pericolo per la comunità: frane e dissesti. Devo prendere atto che questi temi, che il sottoscritto ha affrontato da almeno un ventennio denunciandone i pericoli e i danni, finalmente approdano nella agenda politica amministrativa.

L’assessore Forte elenca un quaderno di dolori della situazione partendo da Montevecchio e via Vilignina, arrivando a San Biagio e Punta Penna; poi il costone di San Michele passando per Loggia Ambling, fino a Via Adriatica, dove nuove crepe e nuovi smottamenti da mesi si vanno evidenziando, fino a includere il Palazzo d’Avalos che ha già subito una ferita essendo crollata una parte del muraglione di cinta del giardino negli ultimi anni.

Tra queste citate, Forte include, la collina di Montevecchio, dove la dissennatezza dell’uomo e quella clientelare dei politici ha cancellato una ridente campagna di ulivi con il cemento delle villette e dei resort e bed e breakfast. Tutte costruite su terreni argillosi che scivolano e diventano fragili proprio adesso che i cambiamenti climatici si manifestano con la violenza delle piogge e dei venti che spazzano alberi e provocano disastri. Bisognerebbe richiedere i danni e citare chi ha permesso questa cementificazione a Montevecchio; altro che interventi pubblici a protezione e favore della media borghesia vastese e dei nuovi ricchi cittadini! Anzi gli amministratori dell’epoca che hanno consentito questa edificazione dovrebbero rispondere innanzi alla Corte dei Conti per i danni inferti alla comunità vastese.

Vorrei suggerire a Forte di mettere al centro del suo intervento anche la Madonna delle Grazie dove imperterriti continuano i passaggi quotidiani di autobus che causano sollecitazioni sull’abitato di tutta Via Magnacervo, dove continuano indisturbati i transiti che provocano lesioni alle case circostanti, nel silenzio di amministratori e dei rassegnati residenti. Vorrei ricordare all’assessore che le risorse finanziarie dovranno servire, nel caso arrivino, a mettere in sicurezza il sistema del territorio che si compone di suolo, acqua, case, alberi, scuole, ospedale, strade, che e che vanno governate attraverso la prevenzione e la pianificazione. E quindi uscire dalla logica emergenziale per costituire un gruppo di esperti in geologia, agronomia, ingegneria, e altre figure competenti.

L’assessore deve comprendere (insisto da anni su questo) che una opera inutile e pericolosa come la Arena delle Grazie deve essere smantellata per sostituirla con aree spazi verdi e dare continuità alla area archeologica esistente. Limitare o imporre il divieto di transito e di parcheggio proprio in questa zona di pregio naturalistico e archeologico. L’ assessore ai lavori pubblici, urbanistica e alla cultura, Peppino Forte bene ha fatto rivolgendosi al senatore Castaldi e alla neo eletta deputata signora Grippa per esercitare pressioni giuste verso il loro rappresentante ministro dell’ambiente per mettere al centro Vasto e i gravi problemi del dissesto idrogeologico. Lo stesso facciano con la Protezione civile, Governo nazionale, Regione Abruzzo, (con il loro rappresentante M5S Smargiassi).

Ivo Menna ambientalista storico, lista La Nuova Terra e Coordinatore Regionale O.N.A. (osservatorio nazionale amianto)

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