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Il Pd, i commissari e le dimissioni di Del Casale

Un commissario e due sub-commissari per traghettare il Pd verso il congresso. Dopo le dimissioni di Antonio Del Casale, impossibilitato a mantenere la carica di segretario cittadino del Pd, incompatibile per statuto con l’incarico di assessore della giunta del sindaco Francesco Menna, il coordinamento regionale del partito ha nominato una triade. A gestire il Pd in questa fase di passaggio saranno Chiara Zappalorto, in qualità di commissario, Marco Rapino e Silvio Paolucci in veste di sub-commissari. Insomma, non uno, ma tre “traghettatori”.

Una scelta  che il segretario regionale Rapino ha giustificato con l’importanza del partito vastese uscito vincente dalle ultime elezioni amministrative che hanno riconfermato il centrosinistra alla guida della città per un altro lustro dopo il decennio dell’ex sindaco Luciano Lapenna. 

Il commissariamento avrà una durata breve”, afferma Rapino,“accompagnerà il partito fino al referendum  del 4 dicembre e nei primi mesi del 2017 si svolgerà il congresso straordinario del Pd di Vasto, con il nuovo tesseramento che sarà regolato dalla struttura commissariale”. 

Nei prossimi giorni sarà convocata l’assemblea degli iscritti per insediare il commissariamento e aprire la nuova fase il cui percorso si annuncia in salita.

Le avvisaglie ci sono già. Il primo a commentare la nomina è Angelo Bucciarelli, che ai vertici del partito riserva una stoccata velenosa.

Siamo su Scherzi a parte”, commenta l’esponente democratico, che ultimamente non lesina bordate all’indirizzo dei vertici, “la nomina da parte del segretario regionale della troika da il segno di come è stato ridotto il Pd. Ci vorrebbero pudore e onestà intellettuale, ma manca il supermercato dove comprarli. La scelta di Zappalorto, tra le maggiori responsabili di un partito ridotto a poco più di un’ameba, che mi pare abbia dimostrato la sua capacità politica per come è ridotto il Pd a Chieti, e di Paolucci, di cui Zappalorto è epigone, e quindi corresponsabile, fa comprendere il livello d’arroganza e di miopia politica raggiunti da chi dovrebbe lanciare un’azione di largo respiro e non finalizzata alla salvaguardia di se stessi. Ma una risata ci salverà”, conclude sarcastico Bucciarelli che con il suo commento al vetriolo dà voce a quella parte del partito che avrebbe optato per una scelta diversa.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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