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Fondazione Mileno, stamane il brindisi dei lavoratori per i 100 giorni senza stipendio

Come promesso questa mattina i lavoratori della Fondazione padre Alberto Mileno e le rappresentanze sindacali della Funzione Pubblica di CGIL e UIL hanno effettuato un brindisi per “festeggiare” i 100 giorni senza stipendio, perché, a parte la tredicesima sono ben tre gli stipendi arretrati avanzati dai lavoratori della Fondazione.

Solo ieri proprio i sindacati avevano chiarito i contenuti dell’incontro avuto con il direttore di Asrem Pirazzoli per arrivare a puntare il dito contro le scelte portate avanti dall’amministrazione della Fondazione e contro l’incomprensibile mancato pagamento di quanto dovuto nonostante i 2 milioni di euro incassati in solo nel primo bimestre di quest’anno, ed oggi al presidio permanente di Vasto Marina si è provveduto a manifestare con quel simbolico brindisi e una torta sovrastata dal numero 100.

Non sono mancati neanche accenni polemici verso chi ha deciso di defilarsi dalla protesta, come mostrano i cartelli.

Dianzi i cancelli, nel giorno della Festa della donna, sono giunti anche il senatore Gianluca Castaldi e il collega di partito nonché consigliere regionale Pietro Smargiassi, il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte, il consigliere comunale Paola Cianci e l’ex parlamentare sansalvese Arnaldo Mariotti.

Castaldi che il 3 marzo scorso ha parlato della questione anche a Palazzo Madama quando ha detto: “Signor Presidente, mi faccio oggi portavoce di 300 lavoratori della fondazione «Padre Alberto Mileno Onlus», una struttura che offre programmi di riabilitazione con sedi in Abruzzo e in Molise. L’onestà intellettuale mi esorta a dire chiaramente a questi lavoratori che il Movimento 5 Stelle, prima forza politica, costretta all’opposizione da leggi incostituzionali e da un Presidente della Repubblica schierato contro i propri cittadini, lotta qui dentro e in ogni sede per portare la loro voce e dare risalto al loro spinoso problema.

Questi lavoratori attendono stipendi arretrati, e vi assicuro che per una persona normale anche un solo stipendio non pagato, in epoca renzusconiana è una vera e propria catastrofe. I miei occhi hanno visto nel presidio e hanno letto la frustrazione di lavoratori che come unica risposta ottengono il solito scaricabarile di responsabilità. Le ASL autorizzano i trattamenti, ma poi non pagano. All’appello mancano 11,5 milioni di euro, cinque dei quali dovuti dalla Regione Molise, Regione disastrata in ambito sanitario…

Fortunatamente in Abruzzo abbiamo sei cittadini eletti, che insieme ai due molisani tengono alta l’attenzione su questo problema, che potrebbe peggiorare a causa della compartecipazione alle spese sanitarie richiesta dalle Regioni ai Comuni con costi che inevitabilmente ricadrebbero sui cittadini.

Concludo augurandomi e augurando ai lavoratori della fondazione che i politici e i funzionari locali smettano di fare i Renzi boys, perché le chiacchiere e le promesse renziane del tipo «salderemo i debiti delle pa» non portano pane a casa. Siano essi responsabili e utilizzino in tutte le sedi opportune le proprie prerogative affinché 300 famiglie non restino abbandonate a loro stesse.”

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