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A volte bastano piccoli segnali e torna la fiducia nelle istituzioni

Che le distanze tra la politica e i cittadini si allunghino sempre di più è fatto risaputo, così come è diminuita da tempo la fiducia verso la magistratura. A volte però bastano piccoli segnali. Come quello lanciato dal procuratore capo Giampiero Di Florio che giovedì mattina ha convocato Davide D’Alessandro in Procura.

L’oggetto dell’incontro, stando a quanto rivelato dallo stesso consigliere comunale, è il contenuto della lettera aperta indirizzata al capo dell’importante ufficio giudiziario, che, come tutti sanno, offre una serie di spunti meritevoli di approfondimento da parte della magistratura.

Ma l’aspetto rilevante è un altro. Il fatto che il procuratore capo si sia preso la briga di ascoltare un consigliere comunale di minoranza dimostra che, dopo anni di fitta nebbia, i fatti amministrativi tornano a destare attenzione.

Negli anni Novanta, quando imperversava Tangentopoli, la magistratura era attenta a ogni minimo dettaglio e si muoveva anche senza la presentazione di esposti. C’era la “notitia criminis” , bastava un articolo di giornale per far scattare le indagini. Poi è calata la nebbia. I giornalisti, quelli seri che non hanno “conflitti di interessi” o padroni da servire, continuano a fare il loro dovere, con grande difficoltà essendo invisi al ducetto di turno.

A leggere bene le notizie pubblicate non c’è giorno che non spunti una notitia criminis, eppure non si muove nulla. Gli amministratori, presi da delirio di onnipotenza, fanno e disfano, spesso incuranti delle leggi e con una arroganza che lascia di stucco. I cittadini assistono impotenti ad un uso disinvolto del denaro pubblico, a provvedimenti “ad personam”, a delibere nelle cui pieghe, a volerci guardare bene, si nascondono interessi estranei a quelli della collettività.

Qualcuno dirà che la magistratura non può occuparsi della cattiva gestione amministrativa o dell’incapacità di dare risposte alla collettività. E ci mancherebbe altro. Ma se si svende un bene pubblico con condizioni particolarmente vantaggiose per un privato, se si assumono gli amici, se si sposta personale da un ufficio all’altro in vista del conferimento di incarichi, se non si prendono in considerazione i meriti, ma le “simpatie”, allora qualche sospetto viene. Potrebbero ravvisarsi reati penalmente perseguibili? Non sta a noi dirlo. Spetta alla magistratura.

Anna Bontempo

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