Interessante appuntamento ieri pomeriggio, presso la bibloteca “Mattioli”, nell’ambito della XIX edizione del Vasto Film Festival. A chiudere la sezione dei seminari, Gianni Fiorito, il fotografo di scena del film La grande bellezza, di Paolo Sorrentino. Diversi gli appassionati che hanno voluto partecipare al suo seminario sulla fotografia di scena, insieme al direttore artistico del Festival, il professor Nicola Ranieri.
“La prima cosa che solitamente mi chiedono – ha esordito Fiorito – è che lavoro fa un fotografo di scena. Il fotografo di scena in pratica documenta tutto ciò che avviene sul set, sia davanti la macchina da presa che dietro, tra i tecnici. In passato era un po’ diverso, ma oggi la fotografia di scena viene utilizzata principalmente a scopi promozionali e per la pubblicazione tra i media, perché naturalmente il set è uno spazio chiuso e tutto il materiale che vedete pubblicato sui giornali arriva direttamente da lì”.
Come spiegato dallo stesso Fiorito, il fotografo di scena è una delle poche figure che gode di autonomia, all’interno del set: “C’è un ordine rigidamente gerarchico tra i vari professionisti che lavorano al film, il fotografo di scena è l’unico che gode di una certa autonomia. I suoi unici riferimenti sono il regista e la produzione. Un’ulteriore interfaccia è rappresentata dall’ufficio stampa con il quale il fotografo di scena collabora abitualmente”. E in questo rapporto, il fotografo di scena de La grande bellezza, ha sottolineato l’enorme aiuto che può dare in questo campo un passato da fotogiornalista: “Quando ho lavorato la prima volta in un film, l’ufficio stampa è rimasto di stucco, perché praticamente si ritrovavano sul desk foto già pronte per l’impaginazione, un vantaggio che mi è arrivato dai diversi anni passati a fare il fotogiornalista”.
Fiorito ha poi svelato quello che risulta essere il suo “marchio di fabbrica”: “Già dall’inizio della mia carriera ho sempre cercato di mettere in relazione il cinema con il relativo territorio”, una caratteristica che probabilmente è stata fondamentale nella scelta da parte di Paolo Sorrentino di avvalersi della sua collaborazione in un film come La grande bellezza, in cui i percorsi e i luoghi di Roma rivestono un’enorme importanza, e non solo dal punto di vista paesaggistico, come “sfondo” alla storia, ma sono tra i protagonisti della stessa.
Moltissime di quelle foto sono poi finite nel libro La grande bellezza. Diario del film, con un’introduzione dello stesso Sorrentino. Tra le più suggestive, o perlomeno rappresentative, certamente quella in cui Gep Gambardella, di spalle, “ammira” la tragedia della Concordia, dall’Isola del Giglio; un’altra piccola opera d’arte è anche quella che rappresenta Toni Servillo (che nel film interpreta il protagonista Jep Gambardella) completamente immerso nel personaggio, a camera spenta, mentre tutt’intorno i tecnici si danno da fare per preparare la scena. Servillo sembra non accorgersi per niente del lavorio di fondo, e nel suo volto è impressa esattamente l’espressione che poi vedranno gli spettatori nel film. Quello che si dice “entrare nel personaggio”. E poi molte le foto di scena, dall’altro lato della macchina da presa, tra cui una gustosissima con Paolo Sorrentino, “a mollo” in una piscina, alla ricerca della giusta inquadratura. Insomma, immagini suggestive dal magico mondo del cinema (e che cinema!), che il fotografo Gianni Fiorito ha raccolto in un libro e che, insieme ad altre immagini prese da altri lavori, hanno costituito il materiale per il seminario di ieri pomeriggio.
n.l.
