Incontro vastese anche per Grande Sud, il movimento nato 4 anni fa sotto la spinta di Gianfranco Miccichè allora sottosegretario del governo Berlusconi. Al multisala del Corso sono stati Eugenio Spadano, numero 1 della lista per il Senato, e Barbara Mazzali, capolista di quella per la Camera, ad esplicitare i perché del movimento che si appresta anche a proseguire il cammino che porterà alle regionali, alle provinciali ed alle comunali.
Spadano ha chiarito subito il perché della candidatura: “perché ci rendiamo conto che in questo momento di grande difficoltà in cui l’antipolitica è in ascesa, chi crede nella politica deve esporsi, deve dare il suo contributo. La politica mantiene il suo ruolo solo se le persone che, come noi, credono nell’impegno sociale si fanno avanti. Se non facessimo questa scelta in un momento come questo cederemo ad una delegittimazione non solo politica, ma anche della democrazia. Ci candidiamo anche per costituire dei punti di riferimento per i cittadini”.
Il presidente del Consiglio comunale di San Salvo ha detto di non condividere la politica autoreferenziale né i privilegi che si è intestardita ad avere. Inoltre ha evidenziato la necessità di cambiare una legge elettorale “che ci impedisce di comunicare i nostri progetti ed i nostri intenti e che non consente un’affermazione basata sui meriti e sui consensi. Molti degli eletti in Abruzzo non si sono mai visti sul territorio e non sappiamo se lo hanno tutelato o hanno rappresentato qualcuno. Grande Sud nasce proprio per rappresentare il territorio e portare avanti un progetto politico concreto. Grande Sud è un nome che evoca considerazioni importanti ed è fortemente legato ai bisogni del mezzogiorno d’Italia.” Spadano ha ribadito anche il no alle marginalizzazioni infrastrutturali, portuali, sanitarie del vastese verso il resto del Paese e della regione: “ecco perché dobbiamo avere più peso all’interno delle realtà nazionali e regionali”.
Infine la parentesi sulla scelta dei candidati: “i nostri candidati sono stati scelti in primis per la loro moralità, poi per l’appartenenza al territorio, quindi per la capacità amministrativa e progettuale”.
La parola poi è passata a Barbara Mazzali, l’imprenditrice capolista alla Camera.
“Veniamo dal centrodestra e, 4 anni fa, in 18 decidemmo di uscire dal PdL perché Tremonti fece delle leggi contro le 8 regioni del Sud Italia. Ogni proposta avanzata da chiunque in favore del mezzogiorno veniva puntualmente bocciata dal ministro Tremonti sempre profondamente legato alla Lega Nord. La nostra scelta è stata molto dolorosa – ha insistito la Mazzali – perché abbiamo lasciato un partito che abbiamo contribuito a fondare e perché rischiavamo di restare senza posti che ci potessero consentire di aiutare le nostre regioni”.
La numero 1 per Montecitorio chiarisce che i candidati di Grande Sud hanno fatto questa scelta non per ricollocarsi, ma solo per essere una rappresentanza forte che possa essere di bilanciamento della Lega e poi ci va duro quando dice: “così possiamo determinare delle scelte anche col ricatto, se necessario. Non vogliamo scendere a compromessi, ma vogliamo dare a quelle del Sud le stesse opportunità date alle regioni del Nord. Grande Sud è un partito che appoggia tutta la sua credibilità sul progetto di rilancio del mezzogiorno. Queste regioni vanno rivalutate da politici ed amministratori che sanno valorizzarne la natura”.
Tra i progetti di Grande Sud la imprenditrice pone lo sviluppo del marketing territoriale ad indirizzo turistico ed una industrializzazione compatibile con l’ambiente.
“Dopo 14 anni di Senato – ha chiosato la Mazzali – posso garantirvi che l’Abruzzo non è mai stato rappresentato a Roma. Oggi avete davanti i candidati di Grande Sud che appartengono a tutti i settori della vita sociale pubblica. Nessuno di noi vive di politica e da martedì ognuno di noi tornerà a fare il suo lavoro”.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)