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Gabriele Marchese: “Una sconfitta annunciata”

Le recenti elezioni regionali hanno sancito la vittoria del centrodestra e la conferma del Presidente Marsilio al governo della Regione Abruzzo e la sconfitta annunciata del centrosinistra.
La stima e la fiducia riscontrate durante la campagna elettorale nei confronti di Luciano D’Amico e la vittoria del centrosinistra in Sardegna hanno illuso molti su un possibile recupero e una eventuale vittoria.
Alcuni hanno pensato che individuando un candidato stimato come Luciano D’Amico fosse sufficiente: non è andata così, la vittoria del centrodestra non è stata mai messa in discussione per responsabilità e per gli errori compiuti dal centrosinistra abruzzese nel corso degli ultimi anni.
Tre sconfitte elettorali (le elezioni politiche del 2018, le elezioni regionali del 2019 e le elezioni politiche del 2023) non sono bastate per analizzare gli errori commessi e voltare pagina e ripartire dal basso: ora è arrivata anche la quarta sconfitta.
Cosa deve accadere ancora affinché i responsabili di queste sconfitte e coloro che hanno pensato più alla propria rielezione in consiglio regionale che alla vittoria del centrosinistra facciano un passo indietro?
Per non parlare poi delle liste autoreferenziali che sono state fatte in funzione della propria elezione in consiglio regionale a scapito della loro stessa competitività.
O addirittura la non presenza di candidati da parte del maggior partito della coalizione in centri urbani importanti come per esempio San Salvo, Ortona, Atessa e Guardiagrele che sono tra i centri più popolosi della provincia di Chieti, spianando così la strada al successo dei candidati locali di centrodestra.
La mancanza di un candidato del centrosinistra a San Salvo e gli errori politici hanno portato lo stesso schieramento al risultato del 35%, minimo storico per una città dove la sinistra anche nei momenti più difficili non è mai scesa al di sotto del 40%.
Sono alcuni esempi dei tanti errori che hanno portato ad una sconfitta che poteva essere evitata attraverso la costruzione di un percorso e di un progetto partecipato che partisse dal basso e che avesse la forza e la capacità di coinvolgere tutti e soprattutto di riportare a votare i tanti elettori del centrosinistra delusi dallo status operandi.
L’augurio è che non si continui a fare come nel passato nascondendo la polvere sotto al tappeto.
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