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Turismo, a Vasto l’imposta di soggiorno non cambia

Da un minimo di  1,50 euro per le strutture extra-alberghiere (campeggi, villaggi turistici, ostelli e Bed&Breakfast, ad un massimo di 2,50 euro per gli hotel a 4 e 5 stelle. Restano confermate anche per il 2024  le tariffe sull’imposta di soggiorno, il balzello a carico dei turisti che vengono  a trascorrere le vacanze in città da aprile a settembre e che nei restanti mesi (gennaio, febbraio, marzo, ottobre, novembre e dicembre) sono esonerati dal pagamento della tassa.

A stabilirlo è una delibera di giunta pubblicata mercoledì all’albo pretorio on line del Comune.  L’imposta di soggiorno, entrata in vigore tra mille polemiche nel 2014 e le cui tariffe hanno subito un incremento del 30% nel 2019, è destinata a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero di beni culturali ed ambientali. Il gettito, variabile in base alle presenze, è di circa 200mila euro euro. Finita nel ciclone di recente grazie ai controlli della polizia locale, la tassa và da un minimo di 1,50 euro per le strutture ricettive extra-alberghiere ad un massimo di 2,50 per gli hotel della riviera a 4 e 5 stelle.

La quota prevista è relativa a ogni singolo pernottamento. Ma vediamo nei dettagli quanto devono pagare i turisti che decidono di trascorrere le loro ferie a Vasto da aprile a settembre. Per gli alberghi  a 1 e 2 stelle l’importo è di 1,50 a notte, di 2 euro per quelle a 3 stelle e di 2,50 per quelle a 4 e 5 stelle. Per campeggi, villaggi turistici e centri vacanze all’aria aperta  è di 1,50 euro a notte. Stesso importo per le strutture ricettivo extra-alberghiere. Cioè case per ferie, ostelli, affittacamere, room and breakfast, locande, case e appartamenti per vacanze, appartamenti ammobiliati per uso turistico, strutture ricettive non aperte al pubblico, aree attrezzate di sosta temporanea, bed and breakfast, agriturismi.

Di recente i pagamenti per l’imposta di soggiorno sono finiti nel mirino della polizia locale che, nell’ambito di una serie di controlli incrociati, ha denunciato alla Guardia di Finanza tre residence  e 63 strutture i cui versamenti non risultavano effettuati o contabilizzati correttamente. I dati forniti dagli uffici comunali sono stati incrociati con i risultati emersi dalle indagini effettuate sui portuali web al fine di verificare l’esistenza di strutture non censite od elusive. I controlli del nucleo di polizia tributaria, realizzati in sinergia con gli uffici tributi e i servizi demografici, proseguono. Il mancato versamento della imposta di soggiorno al Comune da parte delle imprese turistiche e ricettive è un reato punibile dalla legge.  Diversi operatori  sono stati convocati dagli uffici per verificare i pagamenti dovuti.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

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