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Cinghiali, contestata l’analisi abbattimenti

Dubbi sul censimento condotto nel periodo primaverile, cioè nel periodo di massima riproduzione degli ungulati, e forti perplessità sull’uso di carabine all’interno di due aree protette frequentate tutto l’anno per attività escursionistiche, naturalistiche, sportive e di educazione ambientale. Sono solo alcuni degli argomenti alla base delle prime osservazioni presentate al piano triennale di monitoraggio e di controllo del cinghiale nelle riserve regionali di Punta Aderci e di Marina di Vasto.

Lo studio, effettuato dal biologo Fabio De Marinis e che di recente ha ottenuto il via libera dell’Ispra, viene contestato da alcune associazioni che ne chiedono il rigetto. Le motivazioni sono relative sia alle modalità utilizzate per il censimento, sia ai risultati a cui è giunto il professionista incaricato dal Comune che ha conteggiato 276 cinghiali, di cui 235 nella riserva naturale di Punta Aderci e 41 a Marina di Vasto.

“I conteggi sono stati fatti solo su tre giorni e sono stati condotti nel periodo primaverile quando sono presenti esemplari giovani in numero che altera significativamente il risultato del censimento”, annota Stefano Taglioli, coordinatore del Gruppo Fratino di Vasto, “inoltre, il numero di cinghiali censito nella riserva Marina di Vasto, cioè 41, è assolutamente non rispondente alla realtà. Il numero osservato in centinaia di uscite non ha mai superato le dieci unità”.

Augusto De Sanctis, che ha condensato le sue osservazioni in otto pagine, non solo contesta i dati del censimento, ma lancia l’allarme sugli abbattimenti attraverso l’uso di carabine.

“Le due aree, di piccole dimensioni, sono oggetto di un flusso enorme di visitatori durante ogni periodo dell’anno”, annota il rappresentante della Soa, “pensare di permettere lo sparo in un simile contesto appare un vero e proprio azzardo dal punto di vista della pubblica incolumità”.
L’assessore all’ambiente, Gabriele Barisano promette soluzioni di buon senso.

“Quella degli abbattimenti è solo una delle ipotesi previste nel piano di cui il Comune si è dotato per la prima volta”, dice, “è uno strumento che ci permette di analizzare bene il problema, ma dobbiamo farci governare dal buon senso. Una cosa è certa: fino alla fine dell’estate non faremo nulla perché le riserve sono piene di persone”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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