Ieri la prima udienza in Corte d’assise per Angelo Bernardone, il 76enne che nel dicembre del 2021 si è reso colpevole dell’omicidio della moglie, Maria Rita Conese di anni 72, gettandola dal ponte del fiume Osento. L’uomo dopo essersi reso conto del gesto si è costituito recandosi dai carabinieri di Casalbordino.
L’accusa è di omicidio volontario aggravato nei confronti del coniuge, che era anche colpita da Alzheimer. La vicenda ha avuto luogo il 26 dicembre, la vittima era solita recarsi al cimitero dai genitori, quel giorno è il marito ad accompagnarla ma mentre sono in macchina inizia la lite.
Il reo confesso si ferma in prossimità del ponte e scende dall’auto, poco dopo anche la moglie, ed è lì che l’uomo la prende scaraventandola di sotto da un’altezza di oltre 10 metri, dove la donna trova morte istantanea per traumi e annegamento.
Le parole pronunciate ai militari dopo aver preso coscienza del folle gesto sono state “ho ucciso mia moglie, ho combinato un guaio”.
Bernardone è in libertà dal 21 gennaio, ma non può lasciare l’Italia. Spera di avere sostegno dai figli, costituitisi parte civile, che sono reduci da una tragedia in cui hanno visto venire meno la madre per mano del padre.
Ieri. come detto, c’è stata la prima udienza in Corte d’assise che ha visto la presenza dei giudici Massimo Canosa e Maria Rosaria Boncompagni, a rappresentare la parte dell’accusa l’avvocato Vincenzo Cocchino, a difesa dei quattro figli l’avvocato Giampaolo Di Marco.
La prossima udienza si terrà il 29 settembre.
Maria Elisabetta Alinovi