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Vasto, i chioschi della pineta a rischio sgombero

L’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico, valida per 120 giorni, è scaduta, ma i commercianti non hanno ancora provveduto a spostare i furgoncini delle loro attività che da questa estate sono state trasferite sotto la pinetina del tratto nord del litorale.

Una inadempienza che non è passata inosservata in Comune e che l’ufficio patrimonio ha segnalato alla polizia locale, la quale ora dovrebbe intervenire per ordinare lo sgombero dei mezzi lasciati sotto gli alberi. Si arricchisce di nuovi capitoli la vicenda degli street fooder che, sfrattati da piazza della Guardia Costiera sono stati ricollocati nella pinetina del lungomare Cordella, zona Bagnante. La nuova assegnazione aveva la durata di 120 giorni (termine che consente di bypassare la Soprintendenza archeologica), scaduti i quali i due commercianti avrebbero dovuto rimuovere i furgoncini, per poi rimontarli la prossima estate. Cosa che non è avvenuta e che presta il fianco alle critiche. I residenti di Vasto Marina parlano di “baraccopoli” e reclamano maggior decoro per quel tratto di litorale.

Stiamo ragionando su delle strutture in legno, più compatibili con lo stato dei luoghi”, spiega Patrizio Lapenna della Confesercenti, organizzazione che ha perorato la causa dei commercianti, intavolando una lunga trattativa con l’amministrazione comunale per individuare un’area alternativa e per evitare ulteriori contenziosi.

La scelta di trasferire le attività di ristorazione nella pinetina è stata oggetto di polemiche e di azioni legali, tra cui un ricorso al Tar di Pescara. Sul trasferimento degli street fooder presero posizione nei mesi scorsi anche quattro associazioni (Arci, Italia Nostra, Forum civico ecologista e Gruppo fratino) che invitarono Regione, Carabinieri Forestali, Direzione regionale dei vigili del fuoco e Sovrintendenza archeologica ad intervenire ventilando il rischio di incendi, scatenando la dura reazione del sindaco Francesco Menna. Secondo il primo cittadino “le attività operano senza nessun danno o rischio per l’ambiente e secondo le normative previste dalla Asl”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

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