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Laudazi: “Mancano le condotte dalla diga di Chiauci a Celenza e dal potabilizzatore Arap di San Salvo ai serbatoi Sasi del Vastese”

Il perfezionamento in corso della autorizzazione al riempimento totale dell’invaso della diga di Chiauci, non costituisce la medicina con cui sarà possibile calmierare la prevedibile arsura della prossima estate vastese.  

Non si è, infatti, ancora provveduto ad avviare gli adempimenti necessari per migliorare la preoccupante situazione idrica.

Occorreva, a riguardo, aumentare la dotazione potabile del nostro territorio, estraendola dalle maggiori disponibilità di acqua dell’invaso, tramite il migliore utilizzo del potabilizzatore ARAP di San Salvo. Lo stesso doveva essere,però, adeguato (senza aspettarne nuovo a Casoli) e collegato con le condotte idriche della Sasi da allungare, fino ai serbatoi di Montevecchio, di Colle Pizzuto e di Sant’Antonio Abate, per poter aggiungere acqua, durante la estate o durante le possibili   persistenti rotture del collettore principale dell’acquedotto del Verde.

Tali condotte di collegamento non ci sono ancora e, quindi, la maggiore dotazione di acqua può, allo stato ed in parte, servire solo Vasto Marina e San Salvo Marina. La relativa costruzione deve essere, al contrario, accelerata e vanno immediatamente realizzati la nuova tubazione ed il relativo pompaggio.

Ricordiamo che se la politica e le istituzioni sovraordinate avessero seguito il nostro suggerimento, le citate condotte di collegamento sarebbero già disponibili e 70/80 litri secondo aggiuntivi si potrebbero veicolare verso i citati serbatoi del vastese, che spesso sono riforniti in maniera insufficiente. E’ necessario, dunque, correre e farsi aiutare dai consiglieri regionali e dai parlamentari del territorio, da cui ci si attendono cose concrete e non solo affermazioni di principio.

Ad esempio, fare finta, di non sapere che l’acqua erogata dalla diga di Chiauci viene ancora rilasciata, anche durante l’estate, nell’alveo del fiume Trigno, per essere raccolta ed intubata dopo oltre 20 chilometri di percorso a cielo aperto – solo all’altezza di Celenza sul Trigno – è un fatto molto grave: occorre, quindi, realizzare una condotta di grande diametro, per fare in modo di non perdere la maggior parte dell’acqua fornita dalla diga nel percorso verso la costa. Un progetto poderoso, strategico e vitale di cui si ha assoluta necessità e che va finanziato con i fondi del PNRR. Immediatamente.

Poi sarà possibile occuparsi anche della gestione più ampia della Sasi – i cui dipendenti vanno ringraziati per l’impegno che ci mettono quotidianamente -, vigilando attentamente, sui tempi e sulla qualità delle altre procedure (ricerca perdite, manutenzioni, collegamento di pozzi scavati da anni, etc), in corso o da promuovere.

Questo programma si può realizzare , in parte, anche prima dell’estate.

Nel frattempo la bella stagione arriva ed i guai da insufficienza idrica del nostro territorio, già vissuti drammaticamente negli anni scorsi, si potrebbero riproporre, aggravati dal persistente stato pandemico che rende ancor più indispensabile l’acqua potabile.  Si cerchi di evitarlo.

Il Nuovo Faro di Vasto  – Edmondo Laudazi

 

 

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