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Italia ferita. Verso un nuovo isolamento? Il prof Brunetti: “L’ansia e la paura indeboliscono il sistema immunitario”

Si va verso un nuovo isolamento (chiamato con un misto di provincialismo e supponenza lockdown)? Impressionanti i contagi, che  sono in crescita esponenziale. C’è confusione. La gente è demoralizzata e turbata.

Sta tornando il deserto nelle città. Un’atmosfera surreale. L’unico rumore sembra quello delle sirene delle ambulanze. E’ tornato anche un altro termine di antica memoria medioevale, “coprifuoco”, ossia l’obbligo di “ritirarsi” in casa a un’ora stabilita. I cittadini si sentono nella solitudine e nell’impotenza in una pandemia “incontrollata”, come con molto ritardo dicono gli stessi virologi. Già, i virologi. Che continuano- unica certezza in questo caos che viviamo- imperterriti a sentenziare. Abbiamo chiesto al professor Guido Brunetti una sua valutazione su una situazione che inquieta e appare incerta e vaga.

“Una domanda che ricorre frequentemente nei discorsi dei cittadini è– afferma Brunetti-  questa. Ma questi benedetti virologi ed epidemiologici quand’è che lavorano in ospedale? Sono le star del momento. Da marzo, hanno invaso tv e social a tutte le ore, dal mattino a notte. Ognuno la pensa in modo diverso: contrasti, scontri, offese. In guerra l’uno contro l’altro, fornendo congetture, pareri, opinioni. Straparlano di tutto, con maldestri interventi. Una infodemia che disorienta e rattrista . Nessuna conoscenza  del virus. Non certezze scientifiche, ma pseudoscienza. Una condizione che determina ansia, paure, angoscia e malessere esistenziale. Veri danni bio-psichici, che colpiscono anche il sistema immunitario e che possono essere irreversibili, soprattutto nei riguardi delle persone più fragili. Siamo messi male. In questa situazione, si dovrebbe fare silenzio. Basta quindi con questi “esperti di tuttologia”.  

Una  situazione drammatica, anomala

“Che pone un’altra domanda. Che è la seguente: questi “esperti” sono impiegati e stipendiati dagli ospedali e dalle Asl, come è possibile – si chiedono in molti- che stiano tanto tempo lontano dai propri impegni lavorativi? E come mai- aggiungono- ospedali e Asl non intervengono? Tutto appare incomprensibile. Così come appare incomprensibile il fatto che questi virologi ed epidemiologici insieme con il governo non abbiano  pianificato e predisposto  le necessarie misure di prevenzione e di cura mirate per limitare i gravi danni di questa seconda ondata.

“Siamo in presenza- abbiamo sentito dire sull’autobus-  di una vera e propria Armata Brancaleone”.

Tante incertezze…

E grave non aver capito dopo la prima ondata del marzo scorso che questo virus agisce secondo logiche illogiche, irrazionali e non aver compreso  che la pandemia non ha, come è stato osservato, alcuna ‘sensibilità istituzionale”. Le comunità, le  città sono state ‘lasciate a sé stesse, senza uniformità nazionale”. Ognuno è andato per conto suo, in modo ‘caotico, estemporaneo, senza programmi, senza lucidità’, senza obiettivi e strategie. Senza una guida sicura. Le conseguenze? Ritardi, inefficienze, inadempienze organizzative sia amministrative che sanitarie. E poi le code ‘apocalittiche’ per i tamponi, il traffico della metropolitana, i treni dei pendolari e tanta isteria”.

Eppure, conosciamo l’impegno di medici e altro personale

“Sappiamo la condizione in cui operano i medici. Che  dall’inizio di questa tragica pandemia sono ‘costretti”’ giorno e notte a lavori massacranti e stressanti negli  ospedali.  In molti poi si aggiunge un ulteriore sentimento  di amarezza e frustrazione per la difficoltà di visitare i propri genitori”.

Che cosa comporta questa condizione?

“Un malessere diffuso, impreciso, un disagio indefinito, opprimente. Un elevato stato di stress sanitario, economico e sociale.Tanto allarmismo. Sintomi di tante aspettative disilluse. E’ un malcontento, un insieme di ansia, paure e rabbia. Che nasce anche dalla drammatica condizione economica. Che può avere esiti negativi, anche se liberatori. Ci ricorda l’opera di Tucidide ‘sull’impazzimento’ morale derivante dal contagio pestilenziale. Già sono apparsi i primi sintomi.

L’aspetto inquietante- conclude il professor Guido Brunetti- è posto perciò da un’altra domanda: è possibile che governo, esperti  e in generale tutta la stampa e tutte le tv, non si rendano finalmente conto  dei gravi e irreversibili danni  psichiatrici che tutto ciò comporta? Non è più tempo per rimedi apparenti o per dibattiti interminabili e ansiogeni. Quello di temporeggiare  per rassicurare l’opinione pubblica con continui ‘annunci’ si sta rivelando un metodo stucchevole e dannoso. C’è emergenza e c’è dunque l’urgenza di intervenire subito, prendendo decisioni non più prorogabili. Sono tempi duri. Gli italiani si sentono feriti. Serietà, responsabilità  e  misure sanitarie, sociali ed economiche di ampio respiro: questi i presupposti operativi”.

    Marta Gabriele

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