Da metà maggio fino ad agosto il forno Float Ss2 rimarrà nella cosiddetta fase “hot hold” ossia resterà acceso ma solo “in veglia” per limitare le perdite. I mercati sono fermi e questo obbliga il colosso vetrario a rallentare l’attività produttiva del forno. A confermarlo la direzione aziendale all’Rsu e ai rappresentanti sindacali nel corso dell’ultimo incontro.
“La decisione è l’inevitabile conseguenza del crollo del mercato automobilistico”, dice Emilio Di Cola segretario provinciale della Filtcem Cgil che, insieme ai colleghi, Franco Zerra della Femca Cisl, Arnaldo Schioppa della Uil e Domenico Ranieri dei Cobas, segue passo passo le vicende del colosso vetrario.
“Due giorni fa le ultime notizie arrivate dal settore auto“, dice Franco Zerra “parlavano di un crollo di vendite del 94%. Un dato che racconta tutto“.
Da due mesi la Pilkington, che ha comunque mantenuto i forni accesi, spende 75mila euro al giorno per produrre vetro da rottamare. Questo il motivo per il quale dalla metà del mese il Float Ss2 sarà messo in “hot hold”.
“La speranza – continua Zerra – è che il mercato globale torni il prima possibile a muoversi“.
Fino a quel momento ogni azione e decisione sarà, ovviamente, tesa a ridurre spese e costi. Saranno bloccati anche gli straordinari così come gli investimenti. Lo stesso comitato esecutivo ha annunciato una riduzione dei propri compensi. La parola d’ordine è stringere i denti in attesa che passi l’incubo Covid 19 e il mercato (già in crisi prima della pandemia) riprenda a crescere.
La speranza è che arrivi un valido aiuto dalla politica.
Paola Calvano
