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I carabinieri al giudice, “Estranei alle accuse”

Lo sguardo sereno e la voce ferma Antonello Carnevale e Giuseppe Mancino, i due sottufficiali dei carabinieri agli arresti domiciliari da lunedì su richiesta del pm aquilano , Roberta D’Avolio , hanno fornito ieri mattna la loro versione dei fatti al giudice per le indagini preliminari dell’Aquila , Guendalina Buccella , spiegando l’origine e i motivi del loro comportamento ritenuto illegale dai colleghi della Dda.

“Hanno dato una interpretazione diversa”, hanno spiegato i legali degli indagati, gli avvocati Alessandro Orlando e Fiorenzo Cieri . “Hanno fornito una lettura diverse delle intercettazioni”.

Entrambi i militari hanno negato le accuse e chiesto la revoca della custodia cautelare. Carnevale è accusato di peculato. Mancino di peculato, rivelazioni di fatti coperti dal segreto istruttorio, accesso abusivo agli atti informatici e possesso di munizioni. Ad ogni accusa, i militari hanno risposto con una spiegazione.

Il giudice si è riservato di decidere entro tre giorni sulla remissione in libertà. Lunedi è in programma anche l’udienza del tribunale della libertà a cui si sono appellati gli avvocati Cieri e Orlando .

“Qualora dovesse essere disposta prima la revoca dei domiciliari, rinunceremo all’udienza . In caso contrario andremo avanti”, dicono gli avvocati. I due carabinieri sono provati ma decisi a dimostrare la loro innocenza. Per la sola accusa di peculato in concorso il codice prevede una condanna a 6 anni di reclusione. Secondo l’accusa Carnevale e il collega Mancino avrebbero trattenuto banconote false anzichè sequestrarle.

“Il comandante Carnevale” ha spiegato l’avvocato Orlando “ha negato l’accusa e fornito al gip elementi a sua discolpa”. Anche il maresciallo Mancino ha replicato punto per punto alle accuse smontando il castello accusatorio. “Il mio cliente”, ha ribadito Cieri “non ha commesso nessun reato. Non ha mai detenuto proiettili e infatti non sono stati trovati durante la perquisizione. Assurda l’accusa di peculato e sull’accesso al sistema informatico , il maresciallo ha fornito una dettagliata spiegazione. Confidiamo nella revoca della misura cautelare”, ha detto Cieri.

Subito dopo l’interrogatorio gli atti sono stati trasmessi alla Procura di Vasto e ora sono all’esame del procuratore capo, Giampiero Di Florio. La Cassazione ha infatti sancito che la competenza territoriale per i provvedimenti che riguardano reati inerenti l’accesso abusivo al sistema informatico è del giudice del territorio in cui reato sarebbe avvenuto.

“Sono certo che il mio cliente questa mattina (ieri) abbia chiarito ogni cosa mettendo fine ad una vicenda che lo ha profondamente turbato”, ha sostenuto l’avvocato Cieri. Altrettanto sicuro è l’avvocato Orlando.

Paola Calvano (Il Centro)

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