Presunti maltrattamenti a scuola. E’ arrivata al capolinea l’indagine sulla maestra di San Salvo finita il 20 febbraio agli arresti domiciliari e tornata in libertà un mese dopo. Fissata al 17 ottobre l’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale. L’insegnante è accusata dal sostituto procuratore Michele Pecoraro, di avere avuto condotte vessatorie e violente nei confronti di una intera classe. Sono venti le famiglie degli alunni che si sono costituiti parte civile. A rappresentarle sarà l’avvocato Antonello Cerella.
L’avviso di conclusione delle indagini elenca una serie di atteggiamenti, a dire della procura, piuttosto gravi e parla di “reiterati atti di violenza fisica e psicologica”, nonchè di maltrattamenti dei piccoli alunni di età compresa fra i due e i sei anni a lei affidati per ragioni di educazione. I piccini sarebbero stati sottoposti “con frequenza quasi quotidiana “, recita l’accusa “a continue sofferenze fisiche e umiliazioni morali, esigendo comportamenti inadeguati per la loro età, inveendo contro di loro mediante urla e ingiurie e mortificandoli in caso di qualsiasi manifesta difficoltà dei bambini nel rispettare le sue direttive, strattonandoli, percuotendoli con schiaffi sulla nuca o sul capo, instaurando durante le sue ore di presenza un clima di tensione e paura nei bambini vittime o spettatori delle azioni poste in essere”.
Gli episodi più gravi si sarebbero verificati dall’ 8 al 29 gennaio 2019. “Con l’aggravante“, afferma l’accusa “di aver commesso i reati con abuso di autorità in danno di minori e all’interno di un istituto di istruzione”.
La donna ha sempre rigettato le accuse. Il suo legale, l’avvocato Alessandra Cappa ha sempre parlato di accuse infondate e durante l’udienza cercherà di convincere il giudice.
Il 17 marzo i giudici del Tribunale del riesame dell’Aquila in accoglimento del ricorso presentato dall’avvocato Cappa annullarono i provvedimenti presi a carico della docente. A segnalare i metodi pedagogici piuttosto bruschi della maestra furono alcune colleghe ad inizio anno scolastico al dirigente d’istituto. Quest’ultimo avvisò i carabinieri. Partì una indagine. I metodi educativi della maestra vennero ripresi da una telecamera nascosta e quelle immagini, un filmato di oltre 400 ore in classe, finirono in Procura.
Al gup Pasquale ora decidere se rinviare o meno a giudizio l’insegnante.
Paola Calvano (Il Centro)