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Vignola, in dieci anni spariti 40 metri di spiaggia

Una barriera protettiva formata da massi naturali per limitare l’erosione a Vignola, suggestiva località della costa che anche quest’anno ha ricevuto la bandiera blu, il prestigioso vessillo assegnato dalla Fee. Da quelle parti la spiaggia è arretrata di 40 metri nel giro di dieci anni, creando seri problemi alle abitazioni e alle ville realizzate sessant’anni fa tra cui quella della ex senatrice socialista Elena Marinucci.

L’intervento, messo in campo dall’amministrazione comunale, che dalla Regione ha ottenuto 50mila euro, è stato condizionato dalla limitata disponibilità di risorse economiche. I lavori, iniziati una ventina di giorni fa, sono stati terminati. La scogliera è stata realizzata con un doppio strato di massi naturali in pietra calcarea di Apricena ed è collegata a terra mediante un analogo pennello soffolto.

La protezione è stata posizionata in corrispondenza del tratto soggetto a maggiore erosione, in un punto del litorale in cui la forza del mare ha buttato giù il muro di una villa realizzata molti anni fa. L’intervento è solo un provvedimento tampone e non costituisce una soluzione definitiva, che secondo i tecnici comunali, “deve passare necessariamente per uno studio di insieme dell’intero tratto di costa che preveda opere diffuse ed interconnesse”. L’amministrazione comunale ha infatti chiesto alla Regione ulteriori finanziamenti.

Nel frattempo, sempre a Vignola, sono iniziati gli interventi di ripascimento morbido dell’area demaniale in concessione alla società Grotta del Saraceno che in quella zona gestisce un villaggio turistico e che ha salutato con favore la realizzazione della barriera artificiale che garantisce anche la protezione degli alberi presenti a monte.

L’amministratore delegato Enzo Della Valle ha ottenuto proprio in questi giorni l’autorizzazione ai lavori di manutenzione e difesa della costa in previsione della stagione balneare.

Il problema dell’erosione in quella zona si è accentuato con l’allungamento del molo di ponente del porto di Punta Penna. “spiega Stefano Taglioli, ambientalista storico e coordinatore del gruppo fratino di Vasto, “un’opera sicuramente necessaria senza la quale il bacino portuale sarebbe stato impraticabile, ma che ha aggravato il fenomeno erosivo esistente. Tutto il litorale a sud del porto evidenzia fenomeni erosivi, che sono inesistenti nella fascia meridionale della spiaggia di Vasto dove sono presenti le dune, delle vere e proprie barriere naturali. L’altro neo è l’urbanizzazione”, aggiunge Taglioli, “non mi riferisco alle costruzioni di sessant’anni fa, ma a quelle più recenti che hanno interessato il litorale vastese. Oggi la pubblica amministrazione è costretta a intervenire realizzando scogliere per proteggere abitazioni private. E’ questo è il vero paradosso”, conclude l’ambientalista.

Anna Bontempo (Il Centro)

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