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Stupri di gruppo e ricatti, scontro su video o foto

Atti sessuali e ricatti. E’ cominciato ieri mattina davanti al giudice del Tribunale per i minori l’udienza relativa al primo filone di indagini su presunti stupri di gruppo ai danni di una sedicenne. La ragazza, che è assistita dall’avvocato Fiorenzo Cieri, non era in aula. La famiglia ha voluto evitarle un nuovo trauma. Il giudice ha ascoltato le dichiarazioni di quattro dei sei imputati. Gli altri due non erano presenti.

L’udienza è stata quindi aggiornata al 9 aprile per ascoltare anche le loro dichiarazioni. L’ udienza si è tenuta davanti al gup. Gli abusi che avrebbero avuto per vittima una studentessa di Vasto sarebbero stati commessi dall’ex fidanzatino della ragazza, altri due ragazzi di Vasto, due di San Salvo, e un altro di Paglieta, tutti studenti delle scuole superiori. Il gruppo, in base a quanto scoperto dai carabinieri, avrebbe ricattato per mesi la studentessa. L’inchiesta è coordinata dal procuratore dei tribunale dei minorenni dell’Aquila, Roberto Polella. A confermare le accuse contro gli imputati sono le foto scattate alla vittima.

I difensori mantengono il massimo riserbo. E’ probabile che dopo aver ascoltato anche le dichiarazioni dei due giovani che ieri erano assenti, vista l’età degli indagati, il gup decida la loro messa alla prova o il rito abbreviato. La vicenda ha fatto registrare anche un secondo filone con altri giovani indagati e un’altra vittima, una ragazzina di Cupello. Il secondo filone sarà discusso ad aprile. I difensori non hanno chiesto la riunificazione dei due filoni.

L’ex fidanzatino e uno degli amici interrogati subito dopo l’arresto dell’estate scorsa, si sono difesi sostenendo che video e foto sarebbero stati realizzati sempre dietro consenso. L’avvocato di lei, al contrario, ha ribadito anche ieri, che la sedicenne ha passato due anni di inferno. Sta riprendendosi lentamente ma il trauma è stato grande. Anche per questo alla giovane è stata evitata la comparsa in aula. Le immagini degli incontri che gli accusati le imponevano per poi riprenderla, sono state recuperate dai carabinieri dagli smartphone e ora sono in mano ai giudici.

A detta dell’accusa, sono immagini che raccontano l’inferno vissuto dalla ragazzina.La posizione dei giovani è delicata anche se le responsabilità non sono uguali per tutti. I raduni avvenivano nei garage o in fabbricati abbandonati della città. La famiglia della vittima assistita dall’avvocato Fiorenzo Cieri ha sempre taciuto e continua a restare in silenzio.

Paola Calvano (Il Centro)

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