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“Zes, no a sovrapposizioni con la riserva naturale”

E’ vero che il Comune ha ridotto la perimetrazione della Zes, riconducendola a quella dell’agglomerato industriale di Punta Penna, ma occorre fare chiarezza sulla zona economica speciale e soprattutto cercare di capire quali ripercussioni avranno le procedure semplificative previste sulla vicina riserva naturale di Punta Aderci”.
Porta Nuova, Vasto Libera e Italia Nostra hanno rilanciato una serie di dubbi e perplessità durante la conferenza stampa tenuta ieri a pochi passi dal Municipio per fare il punto della situazione in attesa del tavolo tecnico con Regione ed Arap proposto dal sindaco Francesco Menna.

Pur commentando positivamente la riduzione del perimetro della Zes da parte del Comune (“a fronte di una proposta delirante della Regione”), Michele Celenza (Porta Nuova) e Carlo Centorami (Vasto Libera) hanno focalizzato l’attenzione su alcuni aspetti, denunciando fumosità e mancanza di chiarezza.

Com’è noto al perimetro della zona industriale si sovrappone parzialmente quello della riserva regionale di Punta Aderci”, sottolinea Celenza, “è una situazione paradossale, che si trascina ormai da anni, a cui il ceto politico locale non ha saputo sino ad ora dare una soluzione. Il che, com’è ovvio, ha negli anni provocato una quantità di controversie che hanno coinvolto talvolta l’intera cittadinanza. Il nodo del contendere è stato in particolare la zona che nella mappa è evidenziata in giallo: zona che il piano di assetto naturalistico (Pan) della riserva definisce area di protezione esterna. Mentre sulla revisione del Prt (piano territoriale) della zona industriale di Punta Penna ci sono due delibere di giunta che in qualche modo fissano sulla carta l’indirizzo dell’amministrazione”, incalza il presidente di Porta Nuova, “non abbiamo notizia di eventuali atti di indirizzo elaborati dal Comune in merito alla revisione del Pan, né sulla perimetrazione, né sul suo assetto complessivo. Chiediamo dunque che il Comune renda di pubblica evidenza le sue intenzioni”.

Ma l’aspetto sul quale i sodalizi sono più allarmati è quello relativo alle “procedure semplificate e regimi procedimentali speciali sulla base di criteri derogatori” previsti dalla Zes.

“Il decreto non è stato ancora emanato”, ha aggiunto Celenza, “dunque non sappiamo ancora che cosa di preciso significhi l’istituzione della zona economica speciale nel nostro territorio. La partita è appena cominciata”.

Alle perplessità espresse dai rappresentanti delle associazioni si sono aggiunte quelle di Stefano Taglioli (coordinatore del gruppo Fratino) e di Lino Salvatorelli, secondo il quale “la Zes è una pietra tombale sulla riconversione della zona industriale di Punta Penna”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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