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Vendita Pulchra, il caso torna in consiglio

E’ il pezzo forte del consiglio comunale che torna a riunirsi lunedì 12 novembre alle 9. A distanza di sei mesi dalla precedente seduta che, con i soli voti della maggioranza di centrosinistra, aveva deciso l’alienazione delle quote pubbliche detenute all’interno della Pulchra, l’assemblea civica affronta di nuovo la spinosa questione. Questa volta, però l’oggetto della discussione in aula è l’esito dell’avviso pubblico indetto dal Comune.

Alla scadenza del termine fissato nel bando (lunedì 29 ottobre), è pervenuta una sola offerta, quella della Sapi, socio privato della Spa mista che si occupa del servizio di igiene urbana e della raccolta differenziata. La ditta che fa capo all’imprenditore vastese Gianni Petroro si è dichiarata disponibile all’acquisto della quota pubblica al prezzo di  1.160.000 euro, cioè 2mila euro in più rispetto al valore indicato nel bando, frutto di una prima perizia effettuata il 2 febbraio e poi soggetta a due successive revisioni.

Il consiglio comunale convocato dal presidente Mauro Del Piano dovrà decidere quali provvedimenti prendere, cioè se proseguire lungo la strada della vendita delle quote, oppure procedere diversamente. Il percorso, a meno di improbabili colpi di scena, appare per la verità segnato, anche se le minoranze daranno battaglia, convinte come sono che il contratto da stipulare risulta essere, a loro dire, troppo sbilanciato sul privato e poco conveniente per il Comune.

In particolare l’opposizione, che nel corso della precedente assise civica aveva presentato una proposta di delibera ((primi firmatari Dina Carinci e Marco Gallo del M5S), rigettata dalla maggioranza di centrosinistra, avrebbe voluto modificare alcuni punti, escludendo categoricamente che i ricavi da filiera della raccolta differenziata venissero introitati dal gestore.

I proponenti avevano anche chiesto che, nell’attribuire il valore alla quota pubblica,  si tenesse conto della prima perizia di stima della commercialista Adelina Di Pietro e non di quelle successive. La professionista campana  il 2 febbraio scorso aveva attribuito alle quote il valore di 1.336.000 euro che, dopo una serie di passaggi,  è stato ridotto a 1.158.965 euro. In ballo c’è un contratto quinquennale per lo spazzamento e la raccolta dei rifiuti in cambio di  un canone annuo massimo pari a 4.576.263 euro più Iva.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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