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Pilkington, i giorni di fermo sono raddoppiati

24 febbraio 2013, Pilkington si ferma per 4 giorni. 24 ottobre 2018, i giorni di fermata sono il doppio. Nelle aziende satellite Primo e Bravo addirittura la sosta è di due settimane. Un’altra doccia fredda per un territorio che vive un momento drammatico. La crisi non dà tregua. Per Pilkington si tratta di una lunga sosta senza precedenti. Tutta colpa della crisi automobilistica e della riduzione di ordinativi soprattutto in casa Ford. L’industria deve gestire crisi ed esuberi e fino a fine anno procederà con il freno a mano. La crisi ha paralizzato sia l’edilizia che il settore automotive.

«Proprio perché il periodo attraversato è drammatico, è importante che le istituzioni abbiano maggiore attenzione su quest’area industriale. Acqua ma anche energia elettrica, servizi e strade sono necessari alle imprese per continuare a vivere», chiedono i sindacati. La congiuntura peggiora e il quadro economico delle aziende del Vastese è sempre più critico. Pilkington, il colosso che fa da traino all’economia del comprensorio lotta e investe nel Vastese. Ma da Roma non si hanno notizie del decreto salvaposti che prevede un anno di cassa integrazione straordinaria.

Le richieste avanzate da Pilkington alle istituzioni per ridurre i costi e migliorare i servizi sono ancora in fase di analisi e valutazione. La politica abruzzese finisce nuovamente nel mirino di lavoratori e sindacati. Il rallentamento dei colossi industriali provoca un inevitabile effetto domino. A catena rallenta tutto l’indotto.

Contestualmente alla riduzione degli stipendi diminuiscono i consumi. “Il momento è sicuramente delicato”, dice Eugenio Spadano presidente del Consiglio comunale di San Salvo che ha vissuto il periodo d’oro dell’industria sansalvese, i continui investimenti, ma anche la crisi degli anni 2000.”Sono tuttavia fiducioso“, dice Spadano. “All’orizzonte ci sono iniziative che potrebbero portare nuove buone iniziative . Del resto nel 2013 vivemmo un periodo critico. Ci fu un lungo periodo di solidarietà per evitare 600 esuberi, poi passò tutto. Sono certo che all’orizzonte anche adesso ci sono iniziative foriere di momenti migliori”, conclude Spadano.

Davanti ai timori palesati ed espressi da centinaia di lavoratori , Filctem-Cgil ha tuttavia intenzione di chiedere un incontro unitario all’azienda subito dopo la lunga fermata che terminerà il novembre. Il sindacato ritiene necessario un momento di verifica. In merito al lungo pote gli esperti parlano di un fenomeno fisiologico. Dopo un picco di immatricolazioni ad agosto, il mercato automobilistico fa una brusca frenata. Alla Pilkington scendono gli ordinativi ed è tempo di verifiche nei magazzini. Il colosso vetrario rallenta la sua produzione e quella delle fabbriche satellite. «L’azienda», conferma il segretario provinciale della Cgil, Emilio Di Cola, «ha deciso di fermare quasi tutti i reparti in concomitanza con le festività di novembre. La pausa servirà al riallineamento delle linee produttive. Poi vedremo».

Paola Calvano (Il Centro)

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