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Minorenni stuprate, il capo-gang torna a casa

Prestazioni sessuali e ricatti: è tornato a casa il presunto regista dei due gruppi di minori che avrebbero abusato sessualmente per mesi di due sedicenni. I suoi difensori, gli avvocati Giovanni e Antonello Cerella hanno convinto i giudici del Riesame a sostituire la misura della custodia cautelare in carcere con la permanenza a casa autorizzando il minore al prosieguo degli studi nella scuola superiore di Vasto che già frequentava. Venuto meno il pericolo di un possibile inquinamento del prove, l’indagato ha potuto lasciare dopo 4 mesi l’istituto minorile in cui era rinchiuso.

“Sarà il mio cliente”, dice soddisfatto l’avvocato Cerella “a decidere se vorrà tornare nella sua scuola”.

Intanto i carabinieri con l’aiuto di molti altri giovani stanno cercando di chiudere il cerchio delle indagini. A mettere nei guai lo studente che a luglio dovrebbe diplomarsi, sono state foto e video. Le immagini degli incontri che imponeva alla sua ex e poi venivano riprese, sono state recuperate dai carabinieri dagli smartphone degli accusati. Sono immagini che secondo i carabinieri raccontano l’inferno vissuto dalla ex fidanzatina e da un’altra ragazzina. La posizione del giovane è delicatissima.

Pesante l’accusa: violenza sessuale di gruppo continuata e aggravata dalla minore età della parte offesa, violenza privata e pornografia minorile. Nella stessa inchiesta sono coinvolti altri 7 ragazzi. In mano ai magistrati – la Procura dei minorenni è coordinata dal magistrato Roberto Polella – c’è molto materiale probatorio: foto, ma anche i messaggi mandati alle presunte vittime. Il numero delle persone coinvolte nella vicenda potrebbe crescere ancora. Le indagini sono state fatte anche fuori Vasto.

Due giovani della comitiva che avrebbero assistito ad alcuni incontri degli arrestati non sarebbero di Vasto. Il gip Cecilia Angrisano, ,ha condiviso integralmente la ricostruzione eseguita dai militari e le contestazioni formulate dall’ufficio inquirente minorile. I giudici del Riesame ai quali si sono rivolti gli avvocati Giovanni e Antonello Cerella hanno ritenuto tuttavia che non sussistessero più le esigenze cautelari e il pericolo della reiterazione dei reati e potenziale inquinamento delle prove ed hanno accolto la richiesta presentata dalla difesa dell’indagato.

A Vasto la vicenda ha colpito e sconvolto i cittadini. A distanza di mesi continua a far discutere. La delicatissima storia ha messo a nudo uno spaccato inquietante e le sorprese potrebbero non essere finite. Le presunte vittime dopo aver trovato il coraggio di denunciare hanno ripreso a sorridere.

Paola Calvano (Il Centro)

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