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Asl di Teramo respinge italo-senegalese: “Vai via, questo non è un veterinario”

“Che vuoi? Vattene. Questo non è l’ufficio del veterinario”. Con queste parole, Ibrahima Diop, 39 anni, nato in Senegal, ma in Italia dal 2000, è stato liquidato da un dipendente della Asl di Teramo, presso gli uffici che si trovano a Roseto, dove si era recato per chiedere quali fossero i documenti da portare agli uffici dell’azienda sanitaria locale, per rinnovare il libretto sanitario, come racconta Il Messaggero. 

La Asl di Teramo, su disposizione del direttore generale, Roberto Fagnano, ha aperto un’inchiesta interna sulla vicenda.

E così è andato al comando dei carabinieri e ha raccontato tutto e la sua storia è stata subito ripresa e rilanciata su Twitter da diversi utenti. Molti gli attestati di solidarietà all’uomo vittima dell’episodio di razzismo tanto che, dopo la sua denuncia al comando dei Carabinieri, la storia è stata rilanciata e si è diffusa sui social network.

“L’ho fatto anche per mio figlio. Non è giusto che va in giro e viene guardato così – Ibrahima Diop racconta all’Ansa i particolari di quella giornata – Qua non c’è il veterinario, qua non è per animali, mi diceva il signore. Era venerdì scorso. Verso le 11,30, ero andato a cercare informazioni per rinnovare il libretto sanitario. Sono entrato non ho visto nessuno. Ho fatto il giro da dietro e ho trovato questo signore che apriva l’ufficio e ho detto: ‘Buongiorno scusi dove si fa il libretto sanitario qui o dall’altra parte?’ Mi ha preso a parole con aggressioni verbali. Gli ho detto: ‘Come si permette di dire tutte queste parole?’ Allora sono andato dall’altra parte ma è venuto anche lui e ha cominciato a fare scene razziste”.

Alla domanda se l’uomo fosse un dipendente il 39enne ha risposto che l’uomo che gli ha inveito contro “aveva le chiavi e apriva e chiudeva l’ufficio”. “Voleva provocarmi a tutti i costi così pensava che io avrei reagito. Invece sono andato via e ho denunciato il fatto”, riferisce il 39enne. “Non è giusto anche per mio figlio, è nato qua, la mamma è italiana, mio figlio è italiano”, conclude Diop.

Le forze dell’ordine stanno indagando per scoprire l’identità del dipendente che si è reso protagonista dell’episodio di discriminazione razziale. Ibrahima non conosce il nome dell’uomo che lo ha insultato, ma ne ha fornito una decrizione accurata: “Avrà avuto 50-60 anni, alto, capelli grigi, occhiali”. L’autore delle offese, non solo avrà guai penali ma, probabilmente, rischia pure di perdere il lavoro.

La Asl di Teramo sta svolgendo tutti gli accertamenti ascoltando tutti i testimoni presenti in quel momento negli uffici di Giulianova, sia i dipendenti sia, sembra, alcuni utenti esterni che ora la stessa Asl sta cercando di rintracciare.

L’ufficio territoriale di Giulianova, dove si sono svolti i fatti denunciati dal 39enne senegalese, e la cui storia è stata pubblicata sulle pagine locali del Messaggero Abruzzo, dipende dal distretto sanitario di Roseto degli Abruzzi ed è ospitato nell’edificio ex ospizio Marino di Giulianova il cui responsabile è Giandomenico Pinto.

La Asl si è attivata dopo aver appreso della vicenda dalla stampa. La denuncia di Diop è dello scorso venerdì.

REAZIONI. Se i fatti denunciati da Ibrahima Diop, un cittadino italiano di origine senegalese, venissero confermati dalla Asl, ci troveremmo davanti ad un episodio gravissimo che si inserisce in un clima preoccupante, evidenziato dai ripetuti episodi di intolleranza e violenza accaduti anche in altre realtà del Paese”. Così Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo e senatore Pd, ha commentato quanto accaduto, annunciando “precisi e severi provvedimenti irrimediabili”, qualora fosse confermato quanto denunciato.

Sulla stessa linea di pensiero l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci: “Ho disposto immediatamente una indagine interna alla Asl di Teramo per l’eventuale assunzione di provvedimenti in un presunto caso di razzismo che, se confermato, sarebbe gravissimo. Qualora gli accertamenti effettuati dessero conferma dell’episodio, non esiteremo a prendere decisioni drastiche nei confronti di chi si è macchiato di un comportamento inaccettabile”.

Il grave episodio della Asl di Roseto si inserisce in clima di intolleranza che sta attraversando il nostro Paese non più accettabile“. Così, in una nota, la deputata dem Stefania Pezzopane. “Solo stamani – continua Pezzopane – abbiamo appreso della vile aggressione all’atleta azzurra Daisy Osakue e poco dopo veniamo a conoscenza dell’incredibile comportamento di un operatore che insulta un paziente, Ibrahima Diop, con l’argomentazione razzista ‘non siamo l’ufficio del veterinario’. Cosa altro deve succedere nel nostro Paese per far capire che bisogna fermare questa escalation di episodi usando tutti, a cominciare dai membri del governo, un linguaggio di condanna all’intolleranza e cercando di non lucrare consensi cavalcando inesistenti allarmi sociali dovuti all’immigrazione”.

“Se le indagini dovessero confermare la versione del signor Ibrahima Diop, ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo, un fatto che non ha precedenti nella nostra Regione, storicamente accogliente e multiculturale, e dovremmo tutti prendere delle posizioni forti e decise contro questa ignobile deriva razzista”. Queste le parole del segretario del Pd Abruzzo Marco Rapino.

L’uomo, che ha cittadinanza italiana, perfettamente integrato nella cittadina, dove lavora e vive con sua moglie italiana e suo figlio di 16 anni, ci è rimasto malissimo, ne ha parlato a casa e alla fine ha deciso di sporgere denuncia: “Mai come in quel momento mi sono sentito umiliato, è giusto che chi ha sbagliato paghi”. (abruzzoweb)

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