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Vasto: l’ex giunta indagata, si riprende dall’inizio

Torna al punto di partenza, cioè davanti al Gup, l’inchiesta sulle manifestazioni estive 2013 che vede coinvolti la ex giunta comunale, un dirigente e il titolare di un’agenzia di spettacoli. Dopo il verdetto della Corte di Cassazione, che lo scorso mese di febbraio ha dichiarato “inammissibile” il ricorso del procuratore capo, Giampiero Di Florio e ha deciso la restituzione alla Procura degli atti relativi alle posizioni di tutti gli imputati, è  stata fissata una nuova udienza preliminare, a distanza di più di un anno dalla precedente.

Si terrà il 21 giugno prossimo la camera di consiglio a carico dell’ex sindaco Luciano Lapenna, degli assessori della giunta in carica all’epoca dei fatti (Vincenzo Sputore,  Nicola Tiberio, Mario Olivieri, Anna Suriani, Luigi Masciulli e  Lina Marchesani), del dirigente comunale Michele D’Annunzio e del titolare dell’agenzia Muzac, Nando Miscione.

A carico dell’ex giunta e del dirigente è stato ravvisato il reato di abuso in atti d’ufficio, mentre frode in pubbliche forniture e truffa sono le contestazioni mosse all’imprenditore. La Procura contesta l’affidamento delle manifestazioni estive   senza gara d’appalto, nonostante l’importo (170mila euro), di gran lunga superiore al tetto stabilito dalla legge per gli per gli affidamenti diretti (40mila euro).

Il  Gup  deve quindi decidere se proscioglierli o rinviarli a giudizio, sempre che non vengano sollevate, come è già successo in passato, eccezioni su aspetti formali. Un anno fa era stata proprio una eccezione di nullità della notifica, fatta ad un indirizzo sbagliato, a dare la stura ad una battaglia legale che ha solo allungato i tempi, riducendo le distanze per la prescrizione del reato.

A rivolgersi alla Suprema Corte era stato il procuratore capo che ad aprile 2017 aveva impugnato il provvedimento con cui il Gup del Tribunale, Caterina Salusti (trasferita in altra sede) stabiliva la trasmissione degli atti alla Procura dopo aver dichiarato la nullità della notifica dell’avviso nei confronti di uno dei nove imputati.

La decisione del giudice venne contestata da Di Florio, che nel ricorso sostenne la tesi che il rinvio degli atti per procedere ad una nuova notifica avrebbe dovuto riguardare solo la posizione dell’ex assessore Masciulli e non avrebbe dovuto essere estesa invece a tutti gli altri imputati. L’inchiesta venne avviata in seguito all’esposto di un promoter vastese, Stefano Comparelli.

Anna Bontempo  (Il Centro)

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