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Omicidio Lizzi, l’assassino non ha ancora un nome

Sono passati 48 giorni dal ritrovamento del corpo senza vita di Antonio Lizzi, ma l’omicida non ha ancora un nome. Gli inviti ai cittadini, da parte del sindaco Saverio Di Giacomo, a collaborare con i carabinieri per evitare che il delitto resti impunito sono caduti nel vuoto. Per la seconda volta un delitto commesso in paese potrebbe restare senza un colpevole. A Monteodorisio c’è infatti un precedente. Nel 1979, mentre faceva provviste di acqua vicino ad una fontana alla periferia del paese, qualcuno tese un agguato ad un agricoltore quarantenne. L’assassino lo colpì alle spalle con un fucile e poi infierì sull’uomo colpendolo in testa con il calcio del fucile. Poi sparì. Nessuno allora fu in grado di aiutare i carabinieri a scoprire l’omicida.

Purtroppo anche la morte di Antonio Lizzi rischia di restare un giallo irrisolto. Le tracce di Dna trovate a casa della vittima sembrano non aver aiutato gli investigatori. Dopo ripetuti sopralluoghi, a Roma i Ris proseguono perizie ed esami sul materiale repertato.

L’assassino dopo il delitto potrebbe essere andato lontano, ma nessuno riesce ancora a spiegare perché Antonio sia stato ucciso e da chi.

La tragedia di contrada Marracola non può avere un movente economico. Lizzi non era benestante. Sia la casa che il furgone Fiorino dell’uomo sono ancora sotto sequestro. Sono in tanti in paese a ritenere che la chiave del giallo si trovi in uno zainetto con le rotelle che Lizzi portava sempre con sé. Ma le indagini proseguono nel più assoluto riserbo.

Paola Calvano (Il Centro)

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