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Vastese, i motivi della crisi

La panchina corta, le assenze, l’inesperienza e il mancato apporto dato dai rinforzi arrivati nel mercato di riparazione. La crisi della Vastese è racchiusa in quattro motivi. Non c’è più traccia della squadra che ha entusiasmato nel girone d’andata e che aveva scavato un solco di undici punti sulla sesta. Il 2018 è iniziato come peggio non poteva: quattro sconfitte in cinque partite e dodici punti persi sul Castelfidardo, arrivato a -3 dai biancorossi.

Ora anche il terzo posto inizia a scricchiolare perché l’Avezzano è a due punti. Gennaio e febbraio sono due mesi neri per la Vastese: anche lo scorso anno, dopo un grande girone d’andata, la squadra ebbe una flessione nel ritorno, facendo solo cinque punti nei primi due mesi del 2017. La sensazione è che i biancorossi abbiano perso brillantezza. Un calo fisiologico se si considera che la rosa non è ampia e che giocano sempre gli stessi giocatori.

Colavitto si è quasi sempre affidato agli stessi undici, cambiando uno o al massimo due elementi solo in difesa, che era uno dei reparti migliori del campionato prima dell’infortunio di Viscardi e della partenza di Bagaglini. Qualche equilibrio ora è saltato e 13 gol subiti in cinque partite sono troppi. Gli acquisti di dicembre non hanno inciso: Cane e Maronilli sono in ritardo di condizione e Cherillo, attaccante preso per fare la differenza, si è visto poco per un infortunio che lo tiene fermo da più di un mese. Pesano anche alcune ingenuità, come le tre espulsioni rimediate nelle ultime cinque partite, frutto dell’inesperienza della squadra che è la più giovane del campionato con un’età media di 21 anni.

<<E’ un momento delicato>>, spiega il ds Francesco Micciola, <<stiamo pagando a caro prezzo ogni minimo errore, ma non dobbiamo abbatterci. Dobbiamo rimanere uniti e concentrati e tornare ad essere spregiudicati come prima>>.

Il presidente Franco Bolami non perde la serenità. <<Non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti. Il nostro obiettivo era la salvezza e l’abbiamo raggiunta in largo anticipo. Sono gli altri che devono preoccuparsi di rincorrerci. Un calo generale ci può stare perché siamo una squadra giovane>>.

Giammarco Giardini (il centro)

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