Banner Top
Banner Top

Da Albina a Michela, gli omicidi ed il denaro

Da sei anni il territorio non viveva fatti tragici come quello accaduto a Monteodorisio. Tre le vicende ancora vive nella memoria dei residenti. Per tutte e tre gli investigatori sono riusciti a risalire ai responsabili. In tutti e tre i casi gli omicidi avvennero per il bisogno di denaro. Il primo omicidio avvenne alla vigilia di ferragosto.

L’uccisione di Albina. E’ stato condannato a 15 anni e 4 mesi Vito Pagano, l’omicida di Albina Paganelli, 68 anni, uccisa nella sua abitazione di via Fedro, a San Salvo, con 18 coltellate il 14 agosto 2012. “Zia” Albina, come era conosciuta in paese, cercò di difendersi parando i colpi, come attestarono i segni trovati sulle sue povere mani. Chiese aiuto con quanto fiato aveva in gola. Non ce la fece. Il tentativo di rapina si trasformò in tragedia. La decima coltellata sferrata con violenza contro il fianco destro le forò un polmone. Morì in pochi minuti. La chiamata al 112 fatta dai vicini alle 2,20 non servì a salvarle la vita. “Quando siamo arrivati sul posto insieme agli operatori del 118, la donna era già morta, la casa era completamente a soqquadro e i suoi aggressori erano fuggiti”, raccontano gli investigatori coordinati all’epoca dal capitano dei carabinieri Giuseppe Loschiavo, che arrivò sul luogo del delitto con il colonnello Giuseppe Cavallari e gli esperti della polizia scientifica. Grazie alle testimonianze incrociate di sei persone informate sui fatti, gli investigatori risalirono al responsabile dell’omicidio. Il giovane, assolto dalle accuse di calunnia, è stato condannato anche al risarcimento dei danni con una provvisionale di 10 mila euro in favore delle parti civili costituitesi nel processo, celebrato con rito abbreviato.

Il caso Strever. Sta scontando trent’anni di reclusione Hamid Maathaoui, l’uomo che uccise il 19 dicembre 2012 Michela Strever, 68 anni, a scopo di rapina dopo averla picchiata selvaggiamente. La Suprema corte ha contestato diverse aggravanti. In particolare la crudeltà del gesto e la mancata capacità di difesa della vittima e il nesso fra l’omicidio e la rapina. Una tristissima vicenda raccontata da una sentenza che si commenta da sola. Tanta la pena sofferta dal fratello della vittima, Antonio, per lunghi mesi indagato e poi scagionato. All’alba del 19 dicembre 2012 il fratello trovò il corpo della familiare straziato. La donna era legata al letto con il cranio fracassato e la bocca piena di fazzoletti di carta. Sul posto arrivarono i carabinieri. Il fratello della vittina fu indagato. Un atto dovuto, ma che fece tanto male alla famiglia Strever. I pm dell’inchiesta, Giancarlo Ciani e Enrica Medori, scavarono nella vita della vittima. Su un’agenda della pensionata venne trovato il nome storpiato di Hamid. I magistrati dsposero delle intercettazioni telefoniche grazie alle quali arrivarono a Maathaoui.

I coniugi accoltellati. Uccise i genitori, li avvolse in una coperta e nascose i loro corpi sotto un letto, Marco Del Vecchio, 38 anni, giudicato non in grado di intendere e di volere, è stato condannato a venti anni di reclusione per il duplice omicidio dei genitori Emidio, 72 anni e Adele Tumini, 68 anni. I due anziani furono uccisi la sera del 17 novembre 2012. I loro corpi furono trovati la mattina dopo dalla figlia. Più di quaranta coltellate raccontarono la brutalità del gesto. Il goffo tentativo dell’omicida di nascondere i due cadaveri e di pulire il sangue con una ramazza, rivelarono lo sgomento dell’uccisore non appena si rese conto di quello che aveva fatto. Le indagini, i processi e le perizie hanno stabilito che Marco Del Vecchio uccise i genitori in preda a un raptus. Un impulso feroce provocato probabilmente da uno stato di alterazione fisica e mentale. Una sequenza per certi versi molto simile all’omicidio di Albina Paganelli a San Salvo. L’uomo era stato visto da alcuni conoscenti il giorno prima l’omicidio, in un bar del centro. Sembrava depresso. Era scuro in volto. Qualcosa lo angosciava. Raggiunse i genitori nella casa di via Anghella e probabilmente deve aver chiesto alla madre altri soldi. Nacque una discussione. I vicini li sentirono litigare, poi il silenzio.

Paola Calvano (Il Centro)

Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.