Ho letto con attenzione il comunicato a firma del Pd e più propriamente del suo segretario, Luciano Lapenna. Sono i soliti bizantinismi da avvocato di quinta categoria, poiché il dirigente non ha fatto altro, tecnicamente, che applicare quanto previsto dalle norme vigenti. Il vero problema è che per dieci anni Luciano Lapenna ha avuto il potere totale di modificare il piano di assetto naturalistico, che altro non è se non lo strumento urbanistico che agisce sul territorio della nostra città. Perché non l’ha fatto?
La sua volontà di non affrontare i problemi, poiché da sempre legato agli industriali di quell’area, in perfetta continuità con i suoi predecessori, non gli può consentire adesso, mentre va ancora elemosinando una candidatura al Parlamento, di assurgere a paladino dell’ambiente e dei movimenti ambientalisti che gli ruotano attorno, né di attaccare il dirigente del settore.
Mi spiace osservare che Francesco Menna, primo cittadino, non abbia ancora voluto dare seguito con forza alle sue dichiarazioni di poche settimane fa, quelle sì genuine e autentiche, a difesa radicale del pregevole sito da difendere a tutti i costi, permettendo così, con il suo silenzio, parole e dichiarazioni a chi non ha alcuna credibilità. Troppi, purtroppo, i compromessi e le cambiali impegnate. Oggi i nodi vengono al pettine. Tocca al sindaco, soltanto al sindaco, decidere.
Ivo Menna
Ambientalista storico
