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Molino Village, adesso si va in appello

La richiesta per il cambio di destinazione d’uso del Molino Village è  stata presentata nel 2013, dopo soli quattro mesi dal sequestro preventivo che ha interessato il complesso edilizio di contrada San Tommaso, ma il diniego del consiglio comunale è arrivato dopo due anni nonostante i pareri favorevoli dell’ufficio urbanistico e dell’avvocatura comunale relativamente alla correttezza della procedura seguita”. Gli avvocati Sabatino Besca e Roberto Cordisco, legali della  Molino & Molino S.r.l., l’impresa vastese che ha realizzato l’elegante residence, ricostruiscono le tappe della controversa vicenda e annunciano che la società “sta valutando la possibilità di proporre ricorso in appello innanzi al Consiglio di Stato”. 

La questione è tornata alla ribalta nei giorni scorsi in seguito alla sentenza del Tar che ha respinto il ricorso della ditta costruttrice e certificato la piena legittimità degli atti adottati dal Comune.

Le richieste di cambio di destinazione d’uso, da turistico ricettivo a residenziale, presentate dalla Molino & Molino srl, oltre che dai 34 proprietari di unità immobiliari ad uso turistico all’interno dell’edificando complesso turistico non costituivano una “sanatoria” bensì erano previste dalla legge regionale 49/2012, modificata con la successiva legge regionale 62/2012, e trovavano fondamento nella ritenuta complementarietà e compatibilità della destinazione autorizzata con quella richiesta”, sottolineano i due legali, “le istanze vennero avanzate, pur nella consapevolezza della legittimità dell’intervento per come autorizzato dal Comune e realizzato dalla società costruttrice, al fine di trovare rapida soluzione alla situazione creatasi, nel rispetto degli interessi non solo della società, ma anche dei dipendenti di questa, degli acquirenti delle unità immobiliari, dei fornitori e dei prestatori d’opera che avevano avuto parte nella realizzazione. Per effetto dell’auspicato accoglimento delle istanze, le unità abitative del complesso da turistico-ricettive sarebbero divenute residenziali; nel contempo, il Comune avrebbe incassato la somma di 500.000 euro circa a titolo di oneri di urbanizzazione. Ora la società sta valutando la possibilità di proporre ricorso in appello innanzi al Consiglio di Stato, ed attende con serenità il pronunciamento del Tribunale di Vasto, chiamato a decidere sulla  legittimità dell’intervento”, concludono gli avvocati.

                     Anna Bontempo (Il Centro)

 

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