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Sulla chiusura del Tribunale un tavolo unico di concertazione

Si rincorrono, in questi giorni, notizie sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie e sulla nuova organizzazione dei Tribunali abruzzesi, e tornano prepotenti le paure e le perplessità legate alla riforma decretata nel 2013, in ordine alla quale sono stati coinvolti i Presidi giudiziari di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, rimasti in regime di proroga fino al 2018, a causa delle condizioni logistiche generali dovute al sisma del 2009.

Negli ultimi anni è stato percorso un lungo quanto articolato itinerario, che ha visto intrecciarsi azioni politiche e studi statistici, iniziative degli Enti locali e coinvolgimento degli Ordini professionistici, imprenditori, studenti, categorie sociali, organismi sindacali, ecclesiali, economici e culturali. Ogni soggetto ha manifestato il forte radicamento territoriale e come il Tribunale non sia soltanto il simbolo di una funzione dello Stato e della sua reale presenza sul territorio; non sia soltanto lavoro per impiegati e professionisti, sviluppo di imprese, aziende, società che valorizzano il tessuto economico: la presenza del Tribunale è condizione essenziale ai cittadini di essere una società, di vivere il senso di essere “comunità”.

Le Amministrazioni comunali interessate hanno prodotto documenti importanti, ribadendo continuamente il rischio dell’abbandono e dell’impoverimento di vaste aree regionali, dove i cittadini si sarebbero trovati sempre meno tutelati e garantiti nell’accesso ai diritti e nella partecipazione al bene comune. Il Consiglio della Regione Abruzzo ha adottato, nel tempo, tre motivate risoluzioni con le quali ha impegnato la Giunta ad interloquire con il Governo centrale al fine di elaborare un piano di ridefinizione complessiva della geografia giudiziaria regionale, a partire dalla riconsiderazione dei criteri oggettivi ed omogenei fissati dalla Legge delega 148/2011, ovvero: l’estensione del territorio, il numero degli abitanti, i carichi di lavoro e l’indice delle sopravvenienze, la specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale e del tasso d’impatto della criminalità organizzata.

I Decreti delegati hanno oramai esaurito i loro effetti sul resto dei Tribunali d’Italia, ma nuove prospettive si sono nel frattempo aperte con la legge 397/2013, nella quale è stato introdotto il comma 4bis dell’art. 8 del D.Lgs. 155/2012, con la previsione di possibili convenzioni con le regioni. Sarebbe inoltre opportuno, oggi, verificare gli effetti della riforma, laddove attuata, e se essa abbia veramente realizzato i risparmi di spesa e l’incremento di efficienza auspicati.

Il Presidente D’Alfonso ha raccolto la volontà dell’Assemblea legislativa abruzzese, attivandosi per scongiurare la persistenza del rischio-chiusura e formulare un piano organico attentamente rispondente all’analisi dei dati statistici provenienti dalle diverse circoscrizioni territoriali e alla comparazione effettiva dei bisogni rilevati. Tale perfetta consonanza d’intenti deve trovare l’impegno congiunto degli esponenti politici regionali e dei rappresentanti delle Amministrazioni locali. Per questi motivi, il Presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio, in accordo con il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso, intende convocare, per i prossimi giorni, un tavolo unico di concertazione, con la partecipazione di tutti i Parlamentari dell’Abruzzo, dei Sindaci delle quattro città direttamente coinvolte, nonché dei Presidenti degli Organismi forensi dei circondari interessati.

Tutte le ragioni e le possibili prospettive dovranno trovare esposizione, valutazione e rinnovata considerazione, affinché sulla metà della regione (tutta l’area sud dell’Abruzzo) non cali la mannaia tagliatrice, chiudendo i presidi di legalità e comprimendo inesorabilmente il “servizio giustizia”.

Invero, la prima richiesta – forte e chiara – dovrà essere, comunque, la proroga di alcuni anni del termine fissato per l’attuazione della chiusura di tutti i quattro Tribunali abruzzesi già individuati, in attesa di procedere – con il fattivo, sapiente contributo di tutti – a delineare una nuova e più precisa articolazione degli uffici giudiziari. Intanto ad Avezzano, il 30 novembre, presso il locale Consiglio dell’Ordine forense, si svolgerà un’ulteriore riunione per riscontrare lo stato attuale della questione.

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